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Champions League

Sollievo Juve: ogni cosa è al proprio posto, ma ora Allegri ha un problema da risolvere

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La vittoria contro l’Olympiacos è il manifesto di una Juve cinica e feroce come nelle ultime stagioni, ma il gioco lascia ancora a desiderare. Soprattutto senza Pjanic, un giocatore che Allegri non è più in grado di sostituire

Ogni cosa, in appena novanta minuti, si è rimessa al proprio posto. Cancellando, stavolta definitivamente, le ruggini del debutto orribile di Barcellona. La Juve, nella notte che non sarebbe dovuta essere quella di Higuain, ha ritrovato Higuain. Allegri lo tiene in panchina e lo mette quando sa che ha bisogno di lui, della sua rabbia e di tutti i mal di pancia che ha affrontato negli ultimi giorni. L’Olympiacos è un osso durissimo, una montagna dura da scalare, ma il Pipita entra, segna e consegna ai bianconeri tre punti che pesano oggi e peseranno ancor di più a dicembre. La Champions League della Juve è iniziata dall’Allianz Stadium. E sono indubbiamente tanti gli aspetti positivi che lascia la gara contro i greci.

Tante note liete, ma senza Pjanic si fa poca strada

Prima di tutto la fame. La Juve non ha entusiasmato, ma ha ricalcato quella degli ultimi anni: sporca, brutta, cattiva, ma tremendamente cattiva. Il merito è stato soprattutto dei singoli, più affamati di quanto si potesse immaginare. Chiellini e Barzagli hanno giocato con intelligenza mostruosa, così come Alex Sandro per la prima volta in stagione ha mostrato i lampi migliori di tutta la classe che ha. Matuidi ormai sembra che giochi nella Juve da dieci anni, mentre Douglas Costa comincia a capire che cosa significhi indossare la maglia più pesante d’Italia. Il sacrificio, un concetto a lui sconosciuto, si sta impossessando del brasiliano e le prestazioni cominciano a salire vertiginosamente di qualità e sostanza. E poi c’è Bentancur: piedi delicati, ma tanta, tantissima fase di non possesso, caratteristica che lo rende adatto ad ogni modulo.

Ma la Juve, fra le tante note liete di una serata che comunque non stava prendendo una buona piega dopo il primo tempo, ha un grande problema: la dipendenza da Miralem Pjanic. Senza il bosniaco, che ha alzato bandiera bianca nel riscaldamento, sul piano del gioco la squadra ha fatto un notevole passo indietro rispetto al derby contro il Toro, punto più alto di questa prima parte di stagione. La manovra, privata dell’ex Roma, è prevedibile all’ennesima potenza e anche avversari rognosi ma modesti rischiano di prendere troppo campo anche ad una Juve infarcita di campioni. Pjanic sta diventando importante come Dybala, ossigeno puro per una corazzata che non può rinunciare alle genialità della Joya. Così come non potrà mai dire di no alle geometrie di un Pjanic che Allegri spera di ritrovare già a Bergamo. Perché con lui in campo è tutta un’altra Juve.