Totti si racconta: «Da dirigente volevo spogliarmi ed entrare in campo»
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Totti si racconta: «Da dirigente volevo spogliarmi ed entrare in campo»

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Totti ha rilasciato una lunga intervista parlando del passato e del futuro: «Fare il procuratore? Preferisco dire scouting»

Francesco Totti è stato intervistato da DAZN, ecco le sue parole.

SCUOLA CALCIO – «La caratteristica principale della mia scuola? Sicuramente l’unione e la compattezza della gente che vuol far crescere i giovani in modo armonioso e giocoso. Qui mi diverto, ho tutti i parenti, ma meglio non conoscerli. La base è la tecnica e il coordinamento, la passione nel calciare la palla e divertirsi»

CUCCHIAIO – «Prima di calciare il rigore, già hai pensato dove tirare. Pensando al cucchiaio, significa che di testa non sei abbastanza lucido. Per fare un gesto simile serve follia. Van der Sar? Durante la settimana avevamo fatto una scommessa, io avevo detto: “Se andiamo ai rigori farò il cucchiaio”. La squadra aveva preso la situazione con semplicità ma in partita, prima di partire alla volta dell’area di rigore, mi giro verso Maldini e Di Biagio e gli dico: “Ora gli faccio il cucchiaio”. Non pensavano che lo facessi veramente. Il pallone va colpito sotto, va accarezzato, come quando prendi la panna col gelato»

DIRIGENTE – «Da fuori è tutto più facile, tutti siamo più forti e più bravi, “perché non ha fatto questo, perché non ha fatto quello”, ma se sei stato anche dentro il campo sai che sono due cose diverse. Parecchie partite avevo voglia di spogliarmi per entrare in campo, potevo ancora dire la mia. Soprattutto vedendo quello che ci sta in giro. Da calciatore ero più espansivo, ero più me stesso; da dirigente devi essere più pacato, stare attento a quello che dici, contro chi, le parole sono fondamentali»

PROCURATORE – «È una parola vecchia. Preferisco dire scouting. Perlustro, vedo, riesco a trovare qualche giovane promettente. Io mi metto sempre in gioco, mi piace conoscere quello che c’è al di là. Il futuro sicuramente riserva cose positive: voglio vedere cosa riserva a me»