Walter Sabatini: «Il calcio italiano è sta vivendo un momento felice»
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Walter Sabatini: «Il calcio italiano è sta vivendo un momento felice»

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Walter Sabatini

Le parole di Walter Sabatini: «Spesso i ragazzini vengono tenuti in una sorta di prigionìa fatta di elementi tattici dagli allenatori, viene disincentivata la giocata»

Walter Sabatini ha parlato sul canale social backtothefootballtv, nel programma Cose da Roma. Di seguito le sue parole sul calcio italiano.

STATO DEL CALCIO ITALIANO – «Meraviglioso. Intanto il calcio è meraviglioso, sempre. Il calcio italiano poi è in un momento particolarmente felice, come dimostrano le nostre sei squadre ai quarti di finale di Champions ed Europa League; un risultato rilevante e non casuale. A dispetto di quello che dicono in molti, guardando sempre alla Premier inglese, la Serie A è il campionato più evoluto, con i migliori tecnici e tanti grandi giocatori».

CALCIO GIOVANILI – «Spesso i ragazzini vengono tenuti in una sorta di prigionìa fatta di elementi tattici dagli allenatori, viene disincentivata la giocata. Il dribbling ad esempio non dimentichiamoci che è lo strumento tattico più importante a disposizione di un giocatore, il giocatore che dribbla mette sempre la squadra in superiorità numerica. Piuttosto che fare una ragnatela di passaggi, un dribbling fatto bene al momento giusto ti dà la superiorità numerica. Il dribbling un tempo era frequentatissimo dai giocatori, tutti sapevano dribblare perché si giocava in piazzetta, dovevi per forza dribblare, gli avversari, i sassi e anche le macchine. Il dribbling era una necessità, ora è diventata un’opzione, invece bisogna stimolarlo. I giocatori che sanno dribblare sono giocatori particolarmente forti».

MIGLIOR GIOVANE ITALIANO – «Pafundi senza dubbio. Guardate come muove la palla Pafundi. Muove la palla come un artista, è veloce, imprevedibile, tecnico, ha tutte le qualità. Penso che sarà il prossimo grande giocatore italiano e stiamo parlando di un bambino, è un 2006».

COME SCEGLIERE ALLENATORI E GIOCATORI – «Per gli allenatori la prima condizione è che la squadra giochi bene e sia votata all’attacco, il Lille di Rudi Garcia ad esempio giocava un calcio straordinario, molto propositivo. Per i giocatori valgono altre qualità ma soprattutto vale l’istinto, io quando sento un giocatore sottopelle allora non sbaglio. Ne ho sbagliati tanti, ma quando vedo un giocatore e capisco che è “il giocatore” lo prendo senza troppi confronti o ripensamenti.  Mi basta vedere uno stop orientato come si deve, che taglia fuori la prima linea della difesa avversaria e già sono emozionato, già penso che sia un giocatore da prendere».