Milan, i dubbi del Corriere della Sera su Yonghong Lì - Calcio News 24
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Milan, il Corriere della Sera affonda: «Yonghong Lì non ha denaro»

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Milan, ancora dubbi sulle capacità economiche della nuova proprietà cinese. Il Corriere della Sera spiega i motivi per cui sono ancora troppi i misteri sul presidente Yonghong Lì ed il suo denaro

Il Corriere della Sera, il giorno dopo il derby che ha decretato la sconfitta del Milan in extremis contro l’Inter del super Mauro Icardi, toglie definitivamente il coperchio e, con un articolo dall’alto tasso tecnico sul proprio inserto di economia, spiega i motivi per cui sulla nuova proprietà rossonera si debba essere tanto diffidenti. Al di là delle voci, spiegano i giornalisti economici del Corriere, restano troppi dubbi sulla sostanza finanziaria del neo-presidente rossonero Yonghong Lì. Al momento non si hanno documenti che accertino con certezza che il numero uno milanista possa essere in grado di rifinanziare il prestito ottenuto (a tassi esagerati) dal famigerato fondo Elliot: tra sei mesi si saprà qualcosa in più, ma la verità è che i dubbi permangono anche sulla liquidità personale dello stesso Yonghong, che avrebbe impegnato il proprio patrimonio al gruppo China Huarong.

Entro il 15 ottobre dell’anno prossimo Yonghong (già visto non benissimo dalle autorità cinesi, leggi anche: Milan, gelo tra la Cina e Yonhghon: ecco il motivo), dovrà rimborsare i bond milanisti parcheggiati alla Borsa di Vienna, oltre al debito con Elliot. Per farlo dovrà trovare soldi che, pare di capire, non ha. «Dunque si torna al punto: il mitico “impero” dell’uomo venuto (a Milanello) da Hong Kong. Patrimonio personale di oltre 500 milioni, è stato detto e mai smentito – scrive oggi il Corriere della Sera – . E in effetti dal documento riservato che lo stesso manager presentava e con cui si accreditava nella trattativa ne esce una somma di asset valutati mezzo miliardo. Valutati da chi, però, non si sa. E 500 milioni di patrimonio “statico”, poco redditizio e probabilmente già in garanzia a Huarong, non lasciano alcun margine di manovra a chi, dopo averlo pagato 740 milioni, vuole gestire un club che brucia tra i 5 e i 10 milioni di euro al mese».