Atalanta, Marino: «Denis va punito ma non fate giustizialismo» - Calcio News 24
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2015

Atalanta, Marino: «Denis va punito ma non fate giustizialismo»

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Il direttore torna sull’episodio tra Denis e Tonelli al termine di Atalanta-Empoli

«Oggi i due fatti, quello della violenza nello stadio a Torino, e quello accaduto a Bergamo negli spogliatoi derivante da adrenalina. Nessuno vuole giustificare Denis, il suo gesto è deprecabile. Noi ieri abbiamo sottolineato le minacce verbali di morte che Tonelli, difensore dell’Empoli, ha fatto al nostro calciatore. Non si deve fare giustizialismo, sono episodi che purtroppo accadono, basti pensare alla testata di Zidane a Materazzi nella finale Mondiale. Oggi ai dirigenti riesce difficile impostare delle regole ben definite, i contratti sono sbilanciati». Esordisce così Pierpaolo Marino, direttore generale dell’Atalanta, sull’episodio accaduto ieri al termine del lunch match tra la Dea e l’Empoli, e che ha visto protagonisti Denis e Tonelli.

LA SQUALIFICA – «Squalifica? Denis sarà punito come è giusto che sia e mi auguro che la squalifica sia giusta. Per sdrammatizzare vorrei ricordare che Papa Francesco disse tempo fa ‘se Gasparri, che è mio amico, mi offende la madre, io gli tiro un cazzotto’. Denis è un professionista, va punito perchè ha sbagliato ma non facciamo giustizialismo ma la società prenderà le dovute decisioni, ma ricordiamo che è stata una reazione. Quando è avvenuta la provocazione? Denis riferisce che è avvenuta in campo e fuori. Lui era in compagnia del figlio che fa il raccattapalle, era con lui, è stato atteso ed è stato minacciato dopo l’intervista a fine gara. La provocazione c’è stata e mi meraviglierei se non fosse stato refertato dalla Procura questo tipo di atto. I dirigenti hanno paura? Io ho iniziato questo mestiere alla fine degli anni ’70 e le ho vissute tutte. Sembra che le violenze che accadono negli stadi siano da ricondurre solo e soltanto alle società. Il problema delle violenze riguarda l’ordine pubblico. Noi siamo compresse da leggi che non sono adeguate e non funzionano, subiamo delle violenze a casa nostra, non siamo spaventati ma siamo inermi, non c’è, come in Inghilterra, un’inversione di tendenza vera che ci protegga da questo tipo di reati».