In difesa di Alessio Romagnoli - Calcio News 24
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2015

In difesa di Alessio Romagnoli

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Editoriale a sostegno di Alessio Romagnoli, difensore centrale del Milan e potenzialmente dell’Italia intera

E questo varrebbe 25 milioni? Proprio lui, questo brocco?”. E la frase che più di ogni altra ascolterete dalle bocche di analisti, commercialisti e contabili vari in queste ore sul conto di Alessio Romagnoli. Espulso per doppia (e larghissima) ammonizione sul campo del Genoa nella terza sconfitta di campionato rimediata dal Milan di Sinisa Mihajlovic.

ALESSIO ROMAGNOLI AI RAGGI X – Classe ’95, quanto dovrebbe bastare ai professoroni di turno per andare più cauti nei giudizi, ma certamente non vogliamo in questa sede accomodarci su una carta d’identità gentile per giustificare un editoriale in sua difesa: Alessio Romagnoli è molto più di un giovane calciatore strapagato. E’ un difensore che sa uscire fuori palla al piede con la testa alta (cercateli forza, poi raccontateci quanti ne avete davvero trovato) ed impostare con qualità le prime battute della manovra, ha forza nel contrasto e grinta nella marcatura stretta, ha la personalità di chi già abile a guidare un reparto e quest’ultimo aspetto emerge non soltanto dal campo quanto anche da interviste e comportamenti: parla e si muove come un calciatore navigato e non come la giovane promessa timorata. E’ elegante ma allo stesso tempo efficace e mostra un set di caratteristiche da leggere come carte in regola per la futura affermazione. Se di errore si può parlare per il Milan – e lo dirà il campo – è quello di non avergli affiancato un difensore affidabile: non un fenomeno, non una spesa impossibile, ma qualcuno un tantino più affidabile di quelli già in rosa.

L’ANNO ZERO – Sì, perché affermato ancora non lo è, chiaramente: purtroppo i tirapiedi di turno a cui si accennava non solo non mancano ma in questi casi si moltiplicano, vengono fuori come i funghi fino a risultare una massa sensibile in termini di screditamento del calciatore. Tradotto: le luci su Alessio Romagnoli sono al momento accecanti, fari accesi sul giovane difensore colpevole di una quotazione di mercato giudicata spropositata. Dunque, ad ogni errore si riattiva la cantilena: tutti questi soldi per un brocco? Ma Galliani è impazzito? Che pacco che la Roma ha rifilato al Milan etc etc. Passati questi mesi, passato quest’anno e questa stagione il motivetto avrà stancato anche gli autori dello stesso ed Alessio Romagnoli potrà scendere in campo con la serenità che merita un giovane talento ed essere valutato (nel bene o nel male) per quel che sarà. Più forte anche di questo rumore di fondo, sia chiaro, ma che vuoi o non vuoi condiziona.

BENE COMUNE – E poi, un po’ di senso comune no vero? Ci raccontiamo sempre di dover fare fronte unico ed unito per il bene della nazionale che è e che sarà, e dunque proteggere i talenti in erba al fine di costruirci da noi dei potenziali campioni del futuro. Romagnoli (’95), come Benassi (’94, che gol proprio oggi contro il Palermo!), Baselli (’92), Sturaro (’93), Saponara (’91) e Berardi (’94) – per citare quelli ancora mai convocati dal commissario tecnico dell’Italia Antonio Conte – sono prospetti che possono e devono servire in vista di Euro 2016. Nuove leve, da inserire per rafforzare il livello complessivo di un organico che ben assestato potrà dire la sua e riportare la nazionale italiana lì dove è sempre stata e merita di stare. Nel medio come nel lungo termine. Non sparare addosso ai figli di casa nostra per passatempo o perché fa tendenza farlo. Contare fino a dieci, no?