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Roma, il terzo posto salva la stagione?

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Le aspettative iniziali direbbero di no. Ma sarebbe l’ok alla mossa Spalletti

Le due vittorie consecutive ottenute contro Frosinone e Sassuolo – dopo l’incerto avvio della gestione Spalletti, con il solo punto raccolto tra Hellas Verona e Juventus – hanno rilanciato le ambizioni della Roma in chiave terzo posto: la Fiorentina, legittima proprietaria dell’ultimo gradino del podio, dista quattro lunghezze e – con gli scontri diretti, sia con i viola che con l’Inter, da disputare tra le mura amiche dell’Olimpico – l’obiettivo non appare più irraggiungibile.

DA DOVE SI PARTE – Da 155 punti: quelli valsi i due recenti secondi posti consecutivi alle spalle di un’irraggiungibile Juventus. La rivoluzione bianconera perpetrata in estate – ed il complesso avvio di stagione dei campioni in carica – aveva lasciato intendere l’apertura di un concreto spazio per la concorrenza: campo in cui avrebbe dovuto inserirsi con forza la Roma della proprietà americana, non soltanto per il pregresso delle ultime due stagioni quanto anche per una campagna rafforzamento condotta con importante presenza. Lo ha fatto invece il Napoli, abile poi addirittura a resistere al prepotente ritorno della Juventus con un rendimento e numeri da record: i giallorossi, a questa contesa, hanno preso parte da spettatori ed è un fattore che in sede di analisi non può essere trascurato.

LA SITUAZIONE – A proposito di numeri, la Roma ha quelli giusti per rientrare: terzo attacco (42 gol) del torneo dopo un Napoli in tal senso irraggiungibile (53) e la Juventus (43), la produzione offensiva giallorossa funziona nonostante il clamoroso mancato apporto del grande acquisto estivo Edin Dzeko. Le reti complessive sono 42 in 23 gare, la Roma segna alla media di 1.83 gol a partita: per intenderci, orientativamente la stessa (1.89, 72 reti in 38 gare) valsa lo storico secondo posto ottenuto da Garcia nel suo primo anno al timone giallorosso con ben 85 punti. Ed in tal senso l’eventuale ritorno di Dzeko su determinati livelli potrebbe ulteriormente aiutare: un po’ (tanto) dovrà metterci del suo ed evitare di fallire chance clamorose, un po’ (altrettanto) potrebbe giovare alla causa del bosniaco un’idea di gioco più corale – quella di Spalletti rispetto a quella di Garcia, basata essenzialmente sulle folate individuali degli esterni offensivi – e dall’arrivo di uno specialista dell’assist quale Perotti.

STAGIONE SALVA? – Tutto quanto non sia almeno un podio avrebbe come resa una stagione fallimentare: partiti per vincere lo scudetto e recitare il ruolo dei protagonisti assoluti, ci si ritroverebbe addirittura fuori dall’Europa dei grandi. Il terzo posto, da ricercare anche e soprattutto in termini di solidità difensiva e dunque equilibrio complessivo (la Roma ha la quinta fase difensiva del torneo con 25 reti incassate, alla pari del Milan e ben distaccata dalle quattro forze che la precedono, del resto si è esposta a limiti strutturali anche nelle vittorie con Frosinone e Sassuolo), varrebbe il playoff di Champions League ed almeno sul piano economico garantirebbe una certa continuità in termini di ambizioni. Per come si erano messe le cose – con la situazione precipitata e l’avvicendamento della guida tecnica – rappresenterebbe anche sul piano morale una conferma della bontà della scelta Spalletti. Si ripartirebbe da lui ma con la convinzione di aver intrapreso la strada giusta e non con la frustrazione di chi si trascina verso un futuro ignoto.