Ventura chiama Giovinco: «Chi non lo vorrebbe?» - Calcio News 24
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2014

Ventura chiama Giovinco: «Chi non lo vorrebbe?»

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Poi l’appello ai tifosi: «Il Torino ha bisogno di amore»

E’ un momento di difficoltà per il Torino, che non riesce ad essere tranquillo e sereno. Mister Giampiero Ventura ha deciso allora di lanciare un appello nei confronti dei tifosi granata, chiamandoli a raccolta in vista dei prossimi impegni, tra Europa League e derby della Mole: «Abbiamo bisogno dell’aiuto dei nostri sostenitori. Diventino loro i protagonisti, ci prendano per mano come è successo due anni fa e la scorsa stagione. Mi è stato chiesto se ero infastidito per i fischi. Ho risposto che quelli del finale li capivo e li accettavo, ci mancherebbe. Quelli iniziali no. E sa perché? La squadra ha bisogno di amore», ha dichiarato l’allenatore del Torino ai microfoni di Tuttosport.

ANSIA GRANATA – Chiede compattezza Ventura, ma soprattutto che si lavori con umiltà e fame, perché altrimenti si rischia di precipitare nel baratro. Il clima, quindi, deve essere sereno: «Ma lo sa che, l’altro ieri, un giocatore aveva l’ansia addosso addirittura per la partitella di allenamento disputata contro la Primavera? Se con il Bruges finirà nel mirino della contestazione dovrò richiamarlo in panchina. E non è giusto», ha rivelato il tecnico granata, che ha chiesto anche pazienza, vista la rifondazione della squadra. Ma Ventura non vuol sentir parlare di giocattolo smontato e su Cerci e Immobile chiarisce: «Non volevano più restare. Cerci, in particolare, ci ha condizionato: fino a 48 ore dalla conclusione del mercato pareva dovesse restare e non abbiamo voluto rischiare un acquisto importante per non creare scompensi».

CASI SPINOSI – In compenso è arrivato Amauri, che ha difficoltà nel modulo con le due punte esterne, e Martinez, il quale deve maturare e integrarsi tatticamente. Ancor più delicate le situazioni che stanno attraversando Barreto e Larrondo: «Barreto è entrato in un tunnel, nel suo tunnel. Non si allena più con noi. Inutile che le aggiunga quanto ci sono rimasto male. Larrondo? Dopo il rigore sbagliato ha patito la pressione esterna e gli è venuta a mancare la fiducia nei suoi mezzi». Per Sanchez Mino, invece, il problema è di tempi, perché non ha quelli del calcio italiano, ma ancora quelli del calcio argentino. Un gesto nobile, invece, si è trasformato in un disastro. Ventura ha tirato in ballo l’episodio del rigore calciato da Sanchez Mino, ricostruendo la vicenda: «Con il Sassuolo, l’arbitro fischia il penalty, io mi volto verso la panchina, bevo un sorso d’acqua, alzo la testa e vedo Sanchez Mino con la palla in mano. Urlo che deve calciare Quagliarella, ma Fabio si avvicina e mi dice: lo lascio tirare, così segna, festeggia, si gasa e lo recuperiamo. Che potevo fare? Un gesto nobile si è trasformato in un disastro».

BALLOTTAGGIO – Se anche Ruben Perez è apparso inadeguato, Ventura può consolarsi almeno con Bruno Peres e Gaston Silva. Ma c’è anche l’alternata tra Padelli e Gillet in ballo: «Padelli ha attraversato un periodo delicato e gli ho dato il tempo indispensabile per riprendersi. Con loro sono stato chiaro fin dal principio: Padelli avrebbe disputato il campionato, Gillet l’Europa League. Poi la situazione si è incasinata, sono stato obbligato a cambiare. Però alla prossima sosta, ovvero scollinata la sfida con il Copenaghen, ufficializzeremo quali saranno le gerarchie di ruolo. Amen».

DERBY – L’idea è di intervenire poi a gennaio sul mercato per rinforzare la rosa. Tra i candidati c’è Sebastian Giovinco, sul quale Ventura ha detto: «Lo desideravo già ai tempi del Bari e lui era entusiasta di raggiungermi in una squadra eccezionale. E’ un giocatore di talento, qualsiasi allenatore lo vorrebbe». Resta con i piedi per terra l’allenatore del Torino, che non vuole illudere il popolo granata: «Prima centriamo l’obiettivo fondamentale che è la salvezza, poi attrezziamoci per il resto. Diamo il massimo fino a gennaio e vediamo cosa si riuscirà a combinare sul mercato. A sette mesi dalla fine del campionato non ci possiamo arrendere ma rimboccare le maniche e lavorare. Comunque io di derby ne ho persi quattro e tre con situazioni arbitrali poco favorevoli…».