Zazzaroni: «Non credo ad Acerbi, voleva solo evitare la squalifica»
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Zazzaroni: «Non credo ad Acerbi, voleva solo evitare la squalifica»

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Ivan Zazzaroni

Le parole di Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, sul caso scoppiato tra Francesco Acerbi e Juan Jesus

Ivan Zazzaroni, nel suo editotiale sul Corriere dello Sport, ha commentato l’assoluzione di Francesco Acerbi dopo il caso scoppiato in Inter-Napoli.

ASSOLUZIONE ACERBI – «Poveri di certezze come ci troviamo in questa fase storica del nostro calcio, consoliamoci con il naturale contenuto della sentenza. Quella ufficiale assolve l’accusato. Quella vera e popolare avverte che l’ipocrisia è stata svelata e prevede una dura condanna per gli idioti».

PRECEDENTE – «Francesco Acerbi è stato assolto per insufficienza di prove. Meglio, per assenza. Sul piano del diritto, la decisione del giudice Mastrandrea è inattaccabile. Su quello morale ci sarebbe, anzi c’è, molto da dire. Dopo aver espresso la nostra solidarietà a Juan Jesus, ribadiamo che questo episodio deve fungere da precedente non tanto per la sentenza quanto per la sostanza: non penso che Acerbi si stia divertendo nel leggere o ascoltare quello che viene detto di lui. Lo stato d’animo suo e di chi gli sta vicino l’ha riassunto la moglie con lo «sciacquatevi la bocca» di bonucciana memoria rivolto agli haters».

IL CONSIGLIO ALLA FEDERAZIONE – «Mi perdonerà, Francesco, se resto convinto che quella parola Juan Jesus non se la sia inventata. Capisco tuttavia che non potesse fare altro che cercare di evitare la squalifica con la quale avrebbe chiuso la carriera in modo indegno. Un’ultima considerazione: se dovessero ripetersi episodi del genere con protagonista un giocatore della Nazionale, sarebbe opportuno che la federazione non prendesse posizione, come invece ha fatto in questa occasione con un comunicato senza senso, prima dello svolgimento delle indagini da parte della procura della federazione stessa. Il sospetto che nell’anno di Europei particolarmente importanti per l‘intero sistema i giocatori del giro azzurro godano di un trattamento speciale (leggi Tonali e Acerbi) rischia di albergare a lungo nella testa di brutte persone come noi».

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