16 maggio 1998, quel "din-don" che condannò l'Atalanta alla Serie B tra la contestazione
Connettiti con noi

Atalanta News

16 maggio 1998, quel “din-don” che condannò l’Atalanta alla Serie B tra la contestazione

Pubblicato

su

La retrocessione dell’Atalanta nel 1998: uno degli epiloghi più tristi di una stagione iniziata bene e finita male (con contestazione)

C’è modo e modo di retrocedere, e l’Atalanta ne ha viste di ogni tipo: da quelle tra gli applausi fino ad arrivare alle più difficili con tanto di pesanti contestazioni. La stagione 1997/1998 fa parte di quest’ultima cerchia, l’annata che chiuse definitivamente il ciclo Mondonico: era la Dea del duo Lucarelli-Caccia, composta da una squadra caratterialmente non aggressiva e appoggiata ai singoli (Sgrò su tutti) e circondata da un clima praticamente mai sereno tra mister, società e tifosi, concludendo il suo campionato nella maniera peggiore possibile.

16 maggio 1998, ultima giornata di campionato: Atalanta-Juventus. I diversi successi casalinghi hanno portato i nerazzurri a giocarsela ancora per la salvezza, ma il contesto si dimostra assai delicato: la Dea deve vincere e deve sperare che il Lecce batta il Piacenza (diretta concorrente). Da menzionare gli striscioni per il “Mondo” e l’omaggio all’ex cannoniere Filippo Inzaghi nel prepartita.

Se da una parte l’Atalanta riesce a portarsi in vantaggio con un rigore regalato a Nicola Caccia, dall’altra gli spettatori del comunale hanno testa e radioline allo stadio Via del Mare: con protagonista lo storico tabellone. Ad un certo punto suona il “Din Don” con il vantaggio dei biancorossi per 0-1, e l’incubo si realizza quando sullo schermo appare Piacenza-Lecce 0-2: l’Atalanta è in praticamente in Serie B. Fonseca pareggia per la Juventus, ed è proprio in quel momento che la pazienza della Curva Nord finisce totalmente.

Dalla Pisani viene lanciato di tutto e s’inferocisce in una guerra contro la polizia portando alla sospensione: lacrimogeni in campo, grande casino e fischi da parte di tutto lo stadio nei confronti del cuore caldo del tifo orobico. Il sipario di un campionato cominciato male e finito peggio.