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Buon compleanno a… Andrea Pinamonti

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Andrea Pinamonti

Oggi Andrea Pinamonti compie 24 anni. Magari vi sembra più vecchio. Non per ragioni d’aspetto, ci mancherebbe altro…

Oggi Andrea Pinamonti compie 24 anni. Magari vi sembra più vecchio. Non per ragioni d’aspetto, ci mancherebbe altro. É che di lui si parla diffusamente da 7 anni, quindi da quando era minorenne. Vi proponiamo, perciò, una biografia in pillole, scegliendo un solo episodio a stagione, non necessariamente il più importante. Tutta la narrazione è circolare. Si apre con una dichiarazione dello stesso giocatore, abbastanza recente: «Se non faccio gol per 2-3-4 domeniche mi dà fastidio, ma non do peso a ciò che dicono gli altri. Sono migliorato nella continuità. La convocazione di Retegui in Nazionale ci ha dato un po’ fastidio, ma in generale la non convocazione da fastidio. Quindi il fastidio diventa uno stimolo». Chiude il tutto, come un’eco lontana, un campione del mondo del 1982, Francesco Graziani, più “sovranista” calcisticamente dello stesso Andrea: «L’attaccante del Sassuolo ha grande qualità, non ho capito che senso ha prendere Retegui quando hai lui in Italia».

1) 2016-17. Ha già fatto il suo debutto in Serie A, ma intanto con la Primavera dell’Inter porta lo scudetto in bacheca segnando di testa nella finale contro la Fiorentina. Imparare da un così grande allenatore è un privilegio. Il mister mi ha dato dei consigli specifici per i movimenti da prima punta e la sua considerazione mi ha fatto molto piacere. Sono molto giovane e devo ascoltare qualsiasi cosa detta da lui
2) 2017-18. «Imparare da un così grande allenatore è un privilegio. Il mister mi ha dato dei consigli specifici per i movimenti da prima punta e la sua considerazione mi ha fatto molto piacere. Sono molto giovane e devo ascoltare qualsiasi cosa detta da lui»: a parlare è Andrea in ritiro con la prima squadra. Il mister è Luciano Spalletti, che lo stimola con continue osservazioni
3) 2018-19. Una di quelle giornate che non è giornata. Roma-Frosinone, Pinamonti è andato in provincia per fare esperienza. Fazio lo sovrasta fisicamente, la partita è a senso unico già dal gol giallorosso dopo 2 minuti e prima dell’ora di gioco ti hanno già sostituito. Tutta esperienza: la stagione de ventenne si chiude con i suoi primi 5 gol in Serie A.
4) 2019-20. Cambio di casacca, nella girandola di prestiti e mancati riscatti che hanno contrassegnato la sua vita. Prima giornata, guarda un po’ il calendario, hai di nuovo di fronte la Roma, è sempre all’Olimpico e stavolta indossa la maglia del Genoa. Finisce 3-3 e alla prima mezza occasione che si trova infila il pallone sotto la traversa con una botta di sinistro. Numero di maglia 99: sarà anche il suo anno di nascita, ma in fondo è anche una dichiarazioni d’intenti, un po’ come dire sono un centravanti e me lo scrivo sulla schiena pure due volte per esplicitare meglio il concetto.
5) 2020-21. Nuovamente all’Inter. Gioca poco, segna un gol e si vince un campionato. Anche nei grandi film i ruoli minori hanno comunque un peso, anche se Andrea non l’ha raccontata proprio così: «Conte lo devo ringraziare, sono cresciuto tanto quell’anno. A gennaio avevo chiesto al mister di poter andare via, lui è stato sincero, mi ha detto: non posso dirti che sarai titolare, ma voglio che tu stia qui, i benefici li vedrai in campo. Ho dovuto mangiare tanta merda… Ma ho avuto la soddisfazione dello scudetto, che sento molto mio perché sono cresciuto lì da quando avevo 14 anni».

6) 2021-22. Gioca nell’Empoli, va in rete per la prima volta alla sesta giornata e chiude l’anno con il suo miglior score: 13 centri. Quanti bastano per un ulteriore cambio di casacca, rimanendo, però, sempre in provincia.

7) 2022-23. Al Sassuolo, per non far rimpiangere attaccanti del calibro di Scamacca e Raspadori. Stagione più di ombre, ma la luce è azzurra ed è il suo esordio in Nazionale in Albania-Italia, il 16 novembre 2022. Solo 4 minuti, ma intanto può inserirlo nel curriculum. Caso mai, pure il prossimo anno, dovesse presentarsi in un’altra squadra.