Buon compleanno a… Morgan De Sanctis
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Buon compleanno a… Morgan De Sanctis

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Morgan De Sanctis compie oggi 46 anni: tanti auguri al direttore sportivo della Salernitana con un breve ritratto

Oggi Morgan De Sanctis compie 46 anni. Non è stato un periodo facile l’ultimo trascorso, ma chi fa la sua professione sa che un Direttore Sportivo ha certamente qualche onore e un buono stipendio, ma responsabilità e precarietà del posto fanno da contraltare. Certo, l’ex portiere di Udinese, Napoli e un po’ di altri club non ha nulla del suo predecessore Walter Sabatini: voce roca, sigarette come ragione di vita, anima occupata da Charles Bukowski e dal calcio, intesi come perfettamente coincidenti, stesso piacere maledetto, stesso vizio benedetto. De Sanctis ha l’aria del bravo ragazzo e forse più di ogni altra cosa per descriverlo vale ciò che ha scritto di lui sul comunicato ufficiale la Salernitana quando lo ha assunto: «La scelta si inserisce in un progetto più ampio all’insegna dell’innovazione e ad un nuovo modo dinamico e trasversale di intendere il mondo del calcio».

Può anche essere che le comunicazioni istituzionali di un club siano una scelta ponderata di parole importanti che tanto non fanno notizia – siamo tutti a caccia di altro, qualcosa di più sintetico ed eccitante – e che verranno dimenticate. Ma a prenderle alla lettera, come farebbe uno storico o anche solo un tifoso che pretende coerenza, la società del presidente Iervolino ha prefigurato un lavoro impegnativo, innovativo e ambizioso. Scendere sul concreto dall’altezza di quei termini non è semplice, ma al di là delle frasi, il buon Morgan in questa stagione ha dovuto lavorare e parecchio.

Il mercato come primo ambito, quello più stringente e anche più giudicato dai tifosi. Non era semplice neanche mantenere un livello di spirito dopo tutte le energie sperse l’anno scorso per conquistare una salvezza da film (e lo speciale prodotto da Dazn ne restituisce perfettamente il senso dell’eccezionalità dell’impresa). Arrivare dopo quel turbinio di emozioni e riuscire a tenere la barra dritta non è cosa da poco. Con un ambiente caldo com’è Salerno, un presidente di personalità come Iervolino e una squadra che ha fatto il miracolo, certo, ma il cui valore complessivo è quello definito più dalle difficoltà incontrate lungo il percorso che dall’esaltazione del tratto finale.

Non è Sabatini, non lo sarà mai, ma De Sanctis ha il senso del dovere del proprio ruolo. Lo si è visto quando la Salernitana è andata a Reggio Emilia, accompagnata dall’entusiasmo di 4000 tifosi, ed è tornata a casa con un pesantissimo 5-0 in valigia.

Lui si è presentato ai media di buon grado, si è assunto le sue responsabilità: «Sono davanti alle telecamere perché la dirigenza deve metterci la faccia dopo prestazioni di questo tipo». E non è stato indulgente con nessuno, non ha accampato scuse, al contrario le ha chieste: «Chiediamo scusa e promettiamo di lavorare per migliorarci». Aggiungendo un principio di analisi spietato e chiudendo con un’indicazione ben precisa: «Oggi la squadra ha dimostrato di avere una qualità difensiva improbabile per la Serie A. Ci sono cose da migliorare sotto ogni punto di vista. Dobbiamo fare un lavoro sulla consapevolezza e sull’atteggiamento».
Non è stato il momento più problematico, anzi. I 4 gol si sono raddoppiati a Bergamo e sono diventati 8, Nicola ha lasciato, poi invece no e quindi sì, si è andati alla ricerca dell’alternativa e finalmente la si è trovata con 5 giornate fa, quando il margine che evitava il baratro della zona retrocessione era di 4 punti. Anche in questo caso De Sanctis si è presentato davanti alla stampa e non ha negato che altri allenatori non avessero accettato, per poi esprimere la “felicità” (per tornare al peso specifico delle parole nelle occasioni ufficiali) che «un allenatore come Paulo Sousa abbia mostrato concretamente la sua voglia di sposare il nostro progetto».

Oggi la Salernitana ha raddoppiato i punti della sua sicurezza. Stavolta salvarsi non sarà un’impresa epica, ma un lavoro ben fatto, come piace al suo Direttore Sportivo.