Calciomercato: no a Balotelli? Teniamoci le seghe - Calcio News 24
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Balotelli non serve alla Juve, ma in Serie A campano meglio le seghe

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balotelli nizza

Balotelli accostato di nuovo alla Serie A: fioccano i commenti. Mario potrà pure non servire alla Juventus, ma nella patria della mediocrità ogni snobbismo è eccessivo. In Italia meglio essere anonimi

Siamo un popolo talmente abituato alla mediocrità, che non facciamo caso più a nulla. Accendiamo la televisione ed è normale per noi vedere personaggi di dubbio gusto, moralità ed intelligenza parlare come nulla fosse di politica e società. Andiamo al cinema e diventa normale perfino guardare un film di Rovazzi, uno che a ridosso della seconda guerra mondiale probabilmente non sarebbe stato utile nemmeno a scavare le trincee. Accendiamo la radio ed ascoltiamo Benji&Fede senza porci quella che dovrebbe l’unica domanda logica di un paese logico: chi cazzo sono Benji&Fede? Così anche nel calcio l’assuefazione alla mediocrità è diventata la regola assoluta: l’eccezione vera, semmai, per noi italiani è vedere qualcuno che eccelle davvero, che ce l’ha fatta. A maggior ragione se quel qualcuno è tutto sommato uno di noi: un povero diavolo in perenne lotta coi suoi fantasmi. Non un mediocre, ma nemmeno una cima.

Potrebbe essere questo il caso di Mario Balotelli. Ieri in rete circolavano un po’ di commenti relativi alla notizia bomba lanciata in Inghilterra dal Sun che dava Super Mario di ritorno in Italia, addirittura alla Juventus (leggi anche: BOMBA SUN: JUVE, BALOTELLI VICINO). Si trattava chiaramente di una boutade tipica del gossip di mercato inglese (per molto meno qui da noi un giornalista rischierebbe una sprangata sui denti, lì nemmeno ci fanno caso: beati loro che non amano prendersi troppo sul serio), che però ha acceso nuovamente le coscienze italiche ed i riflettori sull’attaccante del Nizza, autore finora comunque di trentuno gol in Francia in un anno e mezzo circa. Mica pochi. Probabilmente uno come Balotelli alla Juve al momento non servirebbe nemmeno (o forse sì, perché lì davanti un posto si può sempre trovare quando giochi tre competizioni alla volta), la questione però è fondamentalmente un’altra: siamo proprio sicuri che Mario non serva a nessuno?

Il peggior difetto di Balotelli: si nota

Attenzione, perché la domanda porta con sé tutta una serie di insidie. Bisognerebbe per un attimo prima di tutto uscire dall’antico equivoco di ritenere Balotelli un fenomeno o un messia, perché palesemente è nessuna delle due cose. Alla soglia dei 28 anni anzi si può pure dire con una certa tranquillità: Mario è un attaccante di importanti mezzi tecnici, ma nulla di più di quello. Balotelli però non è nemmeno l’ultimo stronzo che passava di qui, aiutato magari da una buona dose di culo e da un procuratore con le mani in pasta ovunque, come qualcuno vorrebbe invece far credere. Super Mario è stato piuttosto un ragazzo difficile, supportato da buoni mezzi tecnici ma doti intellettive così così, a cui i soldi e la figa hanno fatto l’effetto nefasto che potrebbero fare su qualsiasi ventenne (come era lui all’epoca del successo planetario). Perché già per chi è dotato gestire la fama è dura, figuriamoci per uno come Mario. Uno come tanti appunto: non un mediocre, ma nemmeno una cima. Il punto allora è proprio questo magari: l’errore numero uno uno che si imputa spesso a Balotelli non è stato quello di perdersi dietro a qualche minchiata, ma farcela. Perché vedete, in Italia il successo al più si perdona a quelli belli, talentuosi e molto intelligenti, ma non di sicuro a quelli normali.

Al contrario però ci sia abitua alla mediocrità imperante, poiché in fondo è sempre meglio assistere al successo di chi è totalmente privo di virtù, a patto che non si faccia notare troppo, che di qualcuno a cui magari la vita un talento lo avrebbe pure regalato, cioè giocare a calcio, ma appunto solo quello. Così guardiamo Rovazzi, ascoltiamo Benji&Fede, votiamo in Parlamento signori con la terza media e il quoziente intellettivo di una pannocchia ed assistiamo spesso e volentieri allo scempio in campo di giocatori dai mezzi tecnici modesti, ma perlomeno anonimi tanto quanto basta da non attirare troppo la nostra attenzione: alla fine nessuno si stupisce più di tanto se Borini guadagna milioni di euro a palate o se Eder arriva alle soglie della Nazionale, perché l’estrema modestia di due così può pure passare inosservata. Il loro totale anonimato diventa anche per noi una garanzia di serenità: lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Ci leghiamo però al dito qualsiasi fesseria faccia Balotelli, uno troppo poco furbo per non farsi nemmeno notare (e in campo, talvolta, può essere anche meglio così) e rifiutiamo l’idea che possa tornare a due passi da noi, in Serie A, nel campionato mediocre di un Paese che della mediocrità è l’emblema. Alcuni pensano che Mario all’Italia e al calcio italiano in fondo non servano. Oh, magari per una volta c’avranno ragione loro: teniamoci le seghe e viviamo tranquilli.

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