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Djidji ricorda: «Vi dico la verità sul mio addio al Torino. Contestazione a Cairo? Voglio dire questo»
Djidji, difensore ex Torino, ha voluto rilasciare qualche dichiarazione sul momento dei granata
Koffi Djidji, difensore ivoriano naturalizzato francese, ha legato gran parte della sua carriera italiana alla maglia del Torino, indossandola per cinque stagioni (più una parentesi al Crotone) e diventando un punto fermo della difesa sotto la gestione di Ivan Juric. Oggi svincolato dopo la scadenza del contratto nell’estate 2024, Djidji su Tuttosport ripercorre la sua esperienza granata, tra ricordi dolci e amari, l’addio controverso e la voglia di rimettersi in gioco, anche partendo dalla Serie B.
LA CONDIZIONE ATTUALE «Sto bene perché ho la salute, ma da calciatore invece dico che sto meno bene perché vorrei giocare, posso ancora dare un contributo»
L’ADDIO AL TORO Sono state dette varie cose, che sono stato io a rifiutare il rinnovo, che chiedevo più soldi. Arrivavo da una stagione in cui avevo giocato meno, e non per colpe mie: avrei mai potuto chiedere l’aumento dello stipendio? La verità è che non mi è mai stato proposto il rinnovo di contratto»
VAGNATI E IL PRESTITO AL CROTONE «Vagnati invece mi avrebbe ceduto: appena sono arrivato, non considerava né me né altri giocatori. Addirittura neppure mi salutava. Insomma, anche quella fu una mancanza di rispetto».
JURIC – «É stato un ottimo allenatore per il Toro. Ha fatto bene, anche se, certo, si può sempre fare meglio».
GLI ALLENATORI IMPORTANTI «Ce ne sono quattro che sono stati molto importanti per me: Juric e Mazzarri nel Toro, Ranieri e Conceiçao nel Nantes. Ranieri è davvero un signore a livello umano, tratta proprio tutti con enorme rispetto. I due tecnici che ho avuto in granata mi hanno fatto iniziare a giocare a tre».
IL RAMMARICO EUROPEO E LA STRUTTURA SOCIETARIA «Sì, sarebbe stato bello riuscire a qualificarci per l’Europa e giocarci. Sarebbero stato bello anche per i tifosi, a loro avrebbe fatto molto piacere. Ma se vai in Europa, deve esserci una struttura societaria di un certo tipo alle spalle, altrimenti vai solo a fare figuracce
RICORDA IL GOL AL MILAN «Certo, mi sono sempre goduto i momenti così che ho vissuto in carriera. Poi è sempre bello giocare partite contro certe squadre, le sogni da bambino. Al Toro contro il Milan abbiamo sempre giocato bene, quel gol è arrivato nel momento giusto: a noi serviva una vittoria e io stavo bene.
TORINO-MILAN «Consigli no. Posso dire che il Milan ha davvero una bella squadra, hanno Modric che fa sempre la differenza, Leao a cui basta una giocata per essere decisivo. E poi Allegri che sta facendo bene».
I RICORDI PIÙ BELLI «Ne ho diversi. La prima stagione con Mazzarri per esempio: io arrivavo dal campionato francese e in Italia ho avuto la possibilità di affrontare squadre davvero forti, in Italia c’è la storia del calcio. Quell’anno c’era anche un bel gruppo ed è stata una stagione positiva. E poi anche degli anni con Juric ho ottimi ricordi; gli ultimi due in particolare, perché nel primo c’era più tensione per via della situazione da cui si arrivava l’anno precedente».
LA CONTESTAZIONE A CAIRO «Capisco i tifosi, loro sono qua da sempre e continueranno a esserci, hanno vissuto tante situazioni. La contestazione diciamo che non aiuta la squadra, perché anche se è indirizzata al presidente, poi comunque arriva in campo. Non è un ambiente facile quello di Torino, ma è un ambiente comunque molto bello, perché i tifosi sanno darti davvero tanto. Era anche bellissimo vedere che tanti tifosi ci seguivano pure in trasferta».
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