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Emerson Palmieri: «Fa piacere l’interesse del Napoli. Per il mio futuro…»

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Emerson Palmieri si è raccontato ai microfoni di ESPN Brasil: queste le parole dell’esterno della Nazionale e del Chelsea

Emerson Palmieri si è raccontato ai microfoni di ESPN Brasil. Le sue parole sul futuro.

NAPOLI – «Sapere di questo interesse del Napoli fa tanto piacere, è un grande club in Italia e non solo. Sono ancora più contento anche visto quanto poco ho giocato la stagione scorsa col Chelsea. Ho voglia di giocare, di stare in campo, farò di tutto per giocarmi le carte. Ho due anni di contratto con il Chelsea, è un grande club, ho già dimostrato di potermela giocare qui. Vorrei tornare ad essere importante per la squadra come è già accaduto. Non mi interessa il ruolo, sono sempre stato a disposizione dell’allenatore, ma l’anno scorso ho avuto poco spazio e non ho potuto scegliere».

FUTURO – «Per il mio futuro sceglierò quella che ritengo l’opzione migliore. Ho ancora una ventina di giorni per pensare a tutte le possibilità, per scegliere il posto giusto, dove mi sentirò desiderato davvero».

SPALLETTI – «Io sono un ragazzo a cui piace scegliere, parliamo della mia vita. Voglio essere io l’artefice delle mie scelte, seguendo le mie sensazioni e ciò che mi fa essere felice. Spalletti a Roma è stato l’allenatore che mi ha dato l’opportunità di mettermi in gioco: avevo 22 o 23 anni quando mi disse «vai, gioca le prime dieci partite», e poi altre dieci, e così via. È un allenatore saggio, un amico, ogni tanto ci sentiamo, mi ha fatto anche gli auguri di buon compleanno a inizio agosto».

EUROPEI – «Mi è dispiaciuto per l’infortunio di Spinazzola. Quando ho visto l’infortunio ne ho capito subito la gravità. Mi sono messo lì con la testa giusta e ho giocato al posto suo. Ho lavorato duramente per arrivare a giocare questo Europeo, inoltre mi sono sempre divertito a giocare. Ho dato quello che potevo dare, a partire dai 15 minuti finali di quella gara (contro il Belgio). L’ambiente creato in nazionale è stato fantastico – ha continuato il terzino. È molto difficile incontrarne o crearne uno così, anche perché poi ci sono tanti giocatori di tante squadre diverse, c’è sempre chi lega più con qualcuno o chi con qualcun altro. Noi, invece, eravamo tutti uniti. Ci è sembrato sia finito tutto troppo presto: siamo stati insieme 40 giorni ma a tutti è sembrata una sola settimana».