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Accardi: «Programmazione, carattere, prospettiva. Vi racconto il mio modello Empoli»

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Le parole del direttore sportivo dell’Empoli, Pietro Accardi, ha parlato ai microfoni del Corriere dello Sport. Le parole:

Le parole del direttore sportivo dell’Empoli, Pietro Accardi, ha parlato ai microfoni del Corriere dello Sport. Le parole:

ANDREAZZOLI – «Alle 9 di mattina sono già in ufficio, devo dare un segnale e sono un rompiscatole. Così come Andreazzoli, ma gli dico sempre di non cambiare mai».

BENNACER – «Era poco convinto di andare al Milan ma perché lui p un perfezionista. Ne parlai con Maldini che si sarebbe trovato un vero professionista e sono contento sia andato come avevo previsto». 

SCELTA GIOCATORI – «Sono uno istintivo, il giocatore mi deve trasmettere qualcosa subito. Non sono contrario agli algoritmi, ma decido sul campo. Nell’Empoli ci devono essere tre tipologie di giocatore: di prospettiva, quello funzionale per l’allenatore e quello caratteriale».

GIOVANI – «La nostra realtà è questa. Il settore giovanile è fondamentale. Dopo l’ultima retrocessione cedemmo 20 giocatori su 25, puntando sui ragazzi più forti della Primavera. Adesso abbiamo venduto Ricci in anticipo rispetto ai programmi perché Asllani è pronto. I ragazzi vengono seguiti in toto, dalla scuola all’alimentazione. Parisi un investimento. Cacace lo seguivamo da due anni e i prestiti sono il giusto completamento della rosa».

EMPOLI – «Qui i giocatori devono venire con motivazione. E’ una grande occasione per tutti. Qui si può sbagliare e imparare e lo stesso vale per l’allenatore».

CORSI – «Non mi piacciono i numeri ma ho imparato ad usarli. Corsi mi ha fatto crescere tanto e mi ha dato piena autonomia. Il mio braccio destro è Colucci e abbiamo tre osservatori con cui collaboriamo tutti assieme».