Gilardino: «Genoa, nessuna paura della Serie A» - Calcio News 24
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Gilardino: «Genoa, nessuna paura della Serie A»

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Alberto Gilardino, allenatore del Genoa, ha parlato al Corriere della Sera della promozione dei rossoblù in Serie A

Alberto Gilardino è l’artefice della promozione del Genoa in Serie A. Ha ereditato la squadra in un momento difficile e l’ha fatta sterzare, portandola a vivere un anno che rimarrà nel tempo nella tifoseria rossoblu. L’ex calciatore campione del mondo ha parlato con il Corriere della Sera del suo nuovo mestiere, nel quale ha incontrato subito il successo.

LA SERIE A – «É un campionato diverso, dovremo farci trovare pronti ma paura no. Come non ne ho avuta quest’anno, in cui ho cercato sempre di mantenere equilibrio, con obiettivi chiari. La A va affrontata costruendola prima».

FESTA PROMOZIONE – «Non ho toccato il cellulare per un po’ perché abbiamo festeggiato. Allo stadio c’erano i miei genitori, le mie figlie, mia moglie, tutte le persone che mi hanno sempre appoggiato nelle esperienze della mia vita. Quest’anno ho perso mia nonna che per me era una seconda madre, quindi una dedica speciale va a lei. Poi non ho mai ricevuto così tanti WhatsApp: 700-800 persone a cui sto cercando ancora ora di rispondere. Ringraziamoli qui pubblicamente…».

HA MAI PENSATO CHE NON FOSSE IL LAVORO GIUSTO – «Mai. Dentro di me era troppo forte la voglia di allenare, di arrivare, la passione che ho per questo sport. Ricordo che mi davano per matto quando accettai Rezzato, Vercelli o Siena, lontano da casa. Quello mi ha dato la consapevolezza giusta per raggiungere quanto fatto quest’anno. Se uno persevera, poi riesce. Dopo tutti i sacrifici che ho fatto, io quest’anno una risposta l’ho avuta».

LA GESTIONE DEL GRUPPO – «Mi piace. Tanto. Da giocatore pensi all’aspetto personale, seppur all’interno di un gruppo, mentre da allenatore devi pensare ad altre 20-25 persone. Amo questo lavoro da quando ho iniziato sei anni fa. Amo lavorare con i ragazzi, stare in gruppo, relazionarmi, confrontarmi. Aspetti determinanti per un allenatore».