2009
Inter, ancora Mourinho: “Lascio gente fantastica. Che giocatore Milito. E il calcio italiano…”
Continuano ad arrivare le dichiarazioni di Josè Mourinho ai microfoni di TVI durante un’intervista esclusiva realizzata al tecnico dell’Inter. Dopo aver ammesso di essere in trattative col Real Madrid, Mourinho ha spiegato i perchè della sua scelta dopo aver centrato la tripletta con i nerazzurri: “Non c’è nessuno motivo particolare per l’addio, ho le stesse ambizioni del club. La squadra ha giocato sempre rischiando, sia in Coppa Italia che in campionato, giocando spesso in situazioni precarie, ma è stato un bene perchè la squadra ha sempre reagito bene e si è potuta preparare per l’impegno successivo con l’obiettivo di vincere. Il sogno piano piano è cresciuto il nostro sogno dopo l’eliminazione di Chelsea e Barcellona, due delle squadre favorite. Abbiamo avuto la giusta ambizione che, unita alla fortuna necessaria, ci ha portato alla vittoria. Sapevo quasi al 100% che era la mia ultima partita e volevo dire addio nel migliore dei modi a gente come Zanetti, Cordoba, Materazzi…persone fantastiche”.
Un grazie speciale per Diego Milito: “Come è possibile che questo giocatore era a Genova e Saragozza per così tanto tempo?! Questo ragazzo meritava di essere un grande club da tanto tempo. Noi, gli allenatori nel calcio europeo, siamo stati ciechi e abbiamo tenuto questo giocatore lontano da grandi club troppo a lungo. Ha più di 30 anni, ma può ancora dare molto”.
Commenti amari sull’ambiente del calcio: “Ci sono tanti critici che agiscono come destabilizzanti. Il club non è molto amato in Italia, Milan e Juve hanno una maggiore rappresentanza. Siamo stati oggetto di molte pressioni. Dovevamo chiudere la rincorsa al campionato molto prima rispetto all’ultima giornata”.
Probabilmente il tecnico ora verrà eletto come miglior allenatore dopo il grandissimo anno in nerazzurro, ma non prova sensazioni particolari: “La sensazione è la stessa per essere campione una volte come per esserlo tre o cinque.. Il giorno della partita era come il giorno a Gelsenkirchen. Il mio corpo ha reagito allo stesso modo. Mi sento a mio agio durante la partita e la felicità era la stessa, ma dimostrata in maniera diversa”.