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Caso biglietti Juve, le motivazioni della sentenza: «’ndrangheta nella spartizione business»

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Le motivazioni della sentenza relativa al caso biglietti Juve. Ecco le motivazioni della sentenza del processo d’appello Alto Piemonte

Sono 335 le pagine delle motivazioni della sentenza sul processo “Alto Piemonte” sulle infiltrazioni criminali al nord ovest e nella curva della Juve. «E’ indubitabile – scrivono i giudici – che ci sia stato un interessamento diretto delle ‘locali’ piemontesi della ‘ndrangheta nella spartizione del business dei biglietti della Juventus». Bisognerà attendere per conoscere il report completo ma queste intanto sono le prime anticipazioni. Tra i condannati c’è l’ex capo ultrà Fabio Germani, una delle figure chiave, assolto in primo grado, e condannato in appello: a lui sono stati inflitti quattro anni, cinque mesi e dieci giorni di reclusione.

Due boss della ‘ndrangheta, Saverio e Rocco Dominello erano quelli «del campo», da intendersi come campo di calcio, «perché nell’intercettazione si stava parlando di una divisa della Juventus da regalare a un appartenente alla famiglia Bellocco». Rocco Dominello, stando alle carte, era in contatto con Germani. Dominello, secondo gli inquirenti, faceva parte insieme al padre Saverio della cosca Pesce-Bellocco di Rosarno e fra il 2013 e il 2014 sarebbe riuscito a monopolizzare il bagarinaggio «attraverso l’estrinsecazione di un potere di intimidazione e di influenza sia nei confronti del tifo organizzato sia nei confronti dei dirigenti della società calcistica».


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