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Il paradosso della Juventus U23, in difficoltà perché il livello della Serie C è troppo basso

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Il paradosso della Juventus U23, in difficoltà perché il livello della Serie C è troppo basso: quella nelle mani di Zironelli assomiglia più ad una “terza squadra”

I riflettori sono tornati a puntare la Juventus U23. Dopo le tante chiacchiere estive, infatti, le cinque sconfitte consecutive maturate in campionato hanno riportato l’attenzione sulla seconda squadra bianconera. Con tanto di voci che vorrebbero il tecnico Mauro Zironelli a rischio esonero: sulla sua panchina incombono le ombre di Alfredo Aglietti, Federico Giunti e Fabio Gallo. Decisiva, in questo senso, la trasferta di domenica contro la Pistoiese al cospetto di una formazione di medio-bassa classifica alla quale reclamare punti. La dirigenza, con il direttore sportivo Federico Cherubini in testa, non vorrebbe assolutamente cambiare sentiero rispetto a quello individuato in estate, ma cinque sconfitte di fila – a qualunque livello – non rappresentano un boccone semplice da buttar giù alla Continassa.

Juventus U23, la Serie C è un campionato troppo mediocre

Le criticità alla base del delicato scenario, dai tanti infortuni occorsi negli ultimi mesi ad una crescita del collettivo fisiologicamente graduale, sono molteplici. Ma una prevale su tutte. E riguarda il fatto che, paradossalmente, ai suoi albori questo progetto si ritrova incatenato in un contesto troppo mediocre come quello della Serie C. Un’affermazione che sembra stridere, risultati recenti alla mano. Ma che, in sede di costruzione dell’organico, ha inesorabilmente inciso. Nel senso che, se si pensa alle finalità più virtuose che porta con sé la creazione di una seconda squadra, non tornano i conti con i nomi a disposizione oggi di Zironelli. Che, semplicemente, non sono quelli dei talenti più nitidi forgiati negli ultimi anni dal vivaio bianconero, come ci si aspetterebbe invece all’interno di una rosa destinata ad attivare un vaso comunicante con la prima squadra di Massimiliano Allegri.

Juventus U23, dove sono i veri talenti del vivaio bianconero?

Una problematica, appunto, dettata dal fatto che la terza divisione italiana non rappresenta un contesto sufficientemente probante per un ragazzo chiamato a compiere un percorso con traguardo la prima squadra della Juventus, ovvero ad oggi il livello più alto su scala mondiale. Non è un caso, insomma, che le categorie superiori pullulino di talenti “scuola Juve” in rampa di lancio. Soltanto in Serie B si contano Clemenza e Vogliacco al Padova, Del Sole e Mancuso al Pescara, Del Fabro alla Cremonese e Marrone al Verona, senza tralasciare elementi come Tello, Leali e Brignoli su cui si estende sempre l’ombra lunga dei bianconeri. Un livello analogo a quello individuato all’estero per Macek al Lugano, Tripaldelli allo Zwolle, Beltrame al Den Bosch e Pol Garcia al Sint-Truiden. E sarebbero proprio questi, idealmente, i nomi che ci si aspetterebbre di scorrere leggendo la distinta della seconda squadra della Juventus, magari insieme a quelli dei vari Orsolini, Mattiello, Romagna, Cerri, Favilli, Cassata, Vitale, Magnani e Rogerio, ceduti in prestito in Serie A per raggranellare preziose presenze in contesti competitivi.

Quelli che la Juventus U23 ha il dovere di raggiungere al più presto per donare senso e utilità al progetto delle seconde squadre subito sposato in estate dalla dirigenza bianconera. Ma per farlo ha prima bisogno di trovare la quadra vincente con quella che, ad oggi, rappresenta più realisticamente una “terza squadra”…

@DanieleGalosso