Koulibaly: «Mi chiamò Benitez dal Napoli, pensai fosse uno scherzo»
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Koulibaly: «Mi chiamò Benitez dal Napoli, pensai fosse uno scherzo»

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Koulibaly a cuore aperto racconta il suo arrivo al Napoli e la prima telefonata con Rafa Benitez: le sue parole

A The Player’s Tribune, Koulibaly ha raccontato come è arrivato al Napoli dopo una telefonata di Rafa Benitez. Le parole del difensore.

ARRIVO AL NAPOLI«Giocavo al Genk in Belgio e il mio amico Ahmed sarebbe venuto a stare da me per qualche giorno. Stavo aspettando che arrivasse in stazione quando ricevetti una chiamata da un numero sconosciuto. Risposi in inglese: “Pronto, chi parla?”. “Buon giorno, sono Rafa Benitez”. Gli dissi: “Dai Ahmed, smettila di prendermi in giro. Sono qui ad aspettarti” e attaccai. Mi chiamò di nuovo e iniziai ad arrabbiarmi. Gli dissi: “Dai Ahmed, basta. Sono qui. A che ora arrivi?”. “Pronto? Sono Rafa Benitez”. Attaccai di nuovo il telefono. Poi mi chiamò il mio procuratore e risposi.  “Ciao Kouli, come stai? Hai già parlato con Rafa Benitez del Napoli? Ti chiamerà.”  Gli risposi: “Cosa? Ma stai scherzando? Credo che mi abbia appena chiamato. Pensavo che fosse il mio amico a farmi uno scherzo!”. Il mio procuratore allora chiamò Rafa per spiegargli cosa che era successo così lui mi richiamò e io risposi come se niente fosse. Mi fece mille domande: “Sei fidanzato, ti piace andare a ballare, conosci la città, i giocatori?”. Gli risposi: “Allora mister, conosco Hamsik”. A dir la verità non conoscevo veramente i giocatori e non sapevo niente della città ma ovviamente conoscevo Rafa Benitez e tutto quello che mi disse mi fece un’ottima impressione. Dopo la telefonata chiamai subito il mio procuratore e gli dissi: “Fai tutto quello che devi fare. Andiamo a Napoli”». 

DE LAURENTIIS«Mancavano solo 48 ore alla fine del mercato di gennaio e il Napoli non riuscì a raggiungere un accordo con il Genk. Ma Rafa mantenne la parola e mi prese quell’estate. Quando arrivai per le visite mediche ero ansioso perché non parlavo ancora l’italiano. Il presidente De Laurentiis mi salutò nel corridoio. Mi guardò un po’ storto e mi disse: “Quindi sei tu Koulibaly?”. “Sì, sono Koulibaly”. “Ma non sei alto? Ma non eri alto 1,92?”. “No, presidente, sono alto 1,86”. “Mannaggia! C’è scritto dappertutto che sei 1,92! Devo parlare con il Genk per avere dei soldi indietro!”. “Nessun problema, presidente. Paghi pure il prezzo pieno, gli darò ogni centimetro in campo, non si preoccupi”. Gli piacque molto questa frase. Si mise a ridere e mi disse: “Va bene, sei il benvenuto qui a Napoli, Koulibaly. Benvenuto”».