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La superstite può sognare: all-in Lazio, ecco chi è lo Sparta Praga

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Eliminate Napoli e Fiorentina, l’Europa League è della Lazio: prospettiva quarti di finale

Lazio a due volti: deludente e priva di continuità in campionato rispetto all’eccellente andamento mostrato appena un anno fa, assolutamente diversa in Europa League dove ha iniziato con il piede giusto e proseguito su un cammino coerente che l’ha condotta a diventare l’unica realtà italiana ancora in corsa nella manifestazione internazionale.

LAZIO D’EUROPA – Dopo aver vinto con merito un raggruppamento che presentava alcune insidie, su tutte quel Dnipro finalista della recente edizione poi vinta ancora una volta dal Siviglia, la Lazio non ha invertito il trend nella fase ad eliminazione diretta: avversario il Galatasaray, di per sé scomodo, gli uomini di Pioli hanno di fatto costruito la qualificazione nella sfida d’andata, non perdendo su un campo storicamente complesso – chiedere alla Juventus – ed inscenando una prestazione di qualità e personalità. Opera completata tra le mura (poco) amiche dell’Olimpico: avanti di due reti grazie alle firme di Parolo e Felipe Anderson (ottava rete stagionale), il ritorno dei turchi con Yasin non ha spaventato i biancocelesti che hanno portato a casa la qualificazione con il primo timbro di Klose. Per la serie: quando serve…

UNICA SUPERSTITE – L’urna di Nyon non era stata benevola con le italiane: la Fiorentina ha però pagato lo scotto di non riuscire a vincere il girone eliminatorio, pena la possibilità di incontrare una vincitrice e per di più attrezzata. Come lo è oggi il Tottenham: in lotta per il titolo in Premier League, non ha fatto sconti ad una Fiorentina inferiore sul piano fisico ed agonistico. Il Napoli aveva invece stracciato il suo gruppo nonostante un turnover spinto che ha invece valorizzato l’apporto delle cosiddette seconde linee: punteggio pieno e numeri da record, poi l’avversario Villarreal – quarta forza della Liga e seconda miglior difesa – clamorosamente uscito indenne dal San Paolo senza di fatto tirare in porta. Nel complesso dei 180 minuti i partenopei avrebbero senza dubbio meritato il passaggio del turno ma un cross sbagliato è risultato determinante ed il vento della critica non ha risparmiato Sarri, reo di aver sottostimato l’impegno nonostante una prestazione di grande spessore tecnico e ritmico. In attesa delle proibitive sfide di ritorno che attendono al varco Juventus e Roma in ambito Champions League, grava sulle spalle della Lazio l’intero movimento italiano: un paradosso pensando che al momento i biancocelesti occupino l’ottava piazza della classifica di Serie A nettamente distanziati dalla zona Europa.

SPARTA PRAGA: CHI E’ L’AVVERSARIO – E le chance di andare avanti sono concrete: il sorteggio odierno ha reso in cambio un avversario assolutamente abbordabile, lo Sparta Praga di Scasny. Piazzatosi secondo nella fase a gironi – senza perdere una partita – alle spalle dello Schalke poi sonoramente eliminato dallo Shakhtar Donetsk, ai sedicesimi ha passeggiato sul Kuban Krasnodar vincendo sia partita d’andata che di ritorno. Prima di analizzare il club ceco, sgombriamo il campo dai dubbi: se il tabellone degli ottavi di finale decanta sfide del calibro di Liverpool-Manchester United, Borussia Dortmund-Tottenham, Villarreal-Bayer Leverkusen, Basilea-Siviglia ed Athletic Bilbao-Valencia, alla Lazio è andata di lusso. Le insidie: squadra attenta che subisce poco – miglior difesa del suo campionato con 11 reti incassate in 18 partite, 5 i gol subiti nel girone eliminatorio d’Europa League di cui 4 in trasferta, nessuno nella doppia sfida dei sedicesimi – ed ha scoperto una fase offensiva che può fare a meno del suo riferimento Lafata. Leader indiscusso con 16 gol complessivi nelle 21 sfide finora disputate tra campionato ed Europa League, lo Sparta Praga – proprio nelle due gare con il Kuban Krasnodar – ha dimostrato di poter trovare la porta anche priva del suo bomber infortunato (in rete Julis all’andata, Marecek, Frydek e Fatai al ritorno, quest’ultimo è il secondo marcatore della squadra). Nulla che la Lazio non possa gestire: non c’è parametro economico (valore della rosa almeno quadruplo) o prettamente sportivo che non elegga favorita la squadra di Pioli, peraltro forte di una sfida di ritorno da disputare all’Olimpico. Quarti di finale di Europa League dietro l’angolo, anche perché la Lazio può riservare tutte le sue energie alla manifestazione trascurando un campionato piuttosto anonimo. E con tutte le eliminazioni d’elite che necessariamente fornirà il prossimo turno, beh, sognare di far strada non è delittuoso.