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Napoli, Milik è il passato. Le due spine del presente

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Arkadiusz Milik è già stato operato a Villa Stuart dal Professor Pier Paolo Mariani: il ginocchio destro ha fatto crac, il Napoli ora studia le contromosse

Crac. Dopo il calvario di un anno fa occorso al ginocchio sinistro di Arkadiusz Milik, cede anche il destro: ginocchio addirittura più danneggiato rispetto all’infortunio precedente, parola del Professor Pier Paolo Mariani che – per la seconda volta, a distanza di poco meno di dodici mesi – ha provveduto all’operazione dell’attaccante del Napoli. Lesione del legamento crociato e problemi alla tenuta dell’articolazione: l’operazione, più complessa della precedente e finalizzata a fortificare a lungo termine il ginocchio di Milik, è tecnicamente riuscita e per il calciatore del Napoli è già tempo di pianificare la riabilitazione. Tempi di recupero – sempre a detta dello specialista in ortopedia e traumatologia – sono da stimare sulla falsariga del primo infortunio.

Infortunio Milik, dettaglio sui tempi di recupero

Se dunque i tempi di recupero sono assimilabili a quelli rispettati in occasione del precedente stop, partiamo proprio dall’analisi approfondita di questi ultimi per procedere a stima credibile: 9 ottobre 2016, data della sfida tra Polonia e Danimarca valida per le qualificazioni al prossimo Mondiale, il legamento crociato del ginocchio sinistro di Arek Milik fa crac. L’attaccante di Tichy rientrerà in campo nella trasferta del Napoli al Bentegodi, sul campo del Chievo Verona: data 19 febbraio 2017, esattamente 123 giorni dopo l’accaduto. Oltre quattro mesi, per intenderci. Ma occorre ulteriore specificazione: dalla data del suo rientro al termine della stagione, Milik ha disputato due sole gare da titolare, quelle inerenti alla doppia sfida di Coppa Italia con la Juventus. Mai dal primo minuto in campionato né in Champions League: in queste due competizioni – le principali della stagione – ha totalizzato 157 minuti complessivi dal momento del rientro al gong dell’intera annata. Di fatto, dalla data del ritorno in campo, fatta eccezione per la Coppa Italia l’attaccante partenopeo non ha disputato neanche due partite intere. Parlare dunque di pieno recupero, se si vuole essere realisti e non i soliti ottimisti che parlano senza cognizione di causa, lascia oggettivamente il tempo che trova. Ed ora dobbiamo aggiungerci il fattore psicologico che inevitabilmente sopravviene dopo due infortuni ravvicinati dello stesso calibro. Fate un po’ voi.

Le mancanze del Napoli…

Lo abbiamo raccontato in più di un’occasione: il Napoli ha avuto il demerito di non arricchire il suo parco offensivo di un interprete di assoluto valore, in grado di elevare il livello qualitativo delle rotazioni, di dare il cambio agli esterni così come, in caso di necessità, al riferimento centrale. Un Keita Baldè, per intenderci, assolutamente validi anche gli altri nomi circolati in orbita Napoli: nulla di tutto ciò è stato fatto, nonostante ci fossero i fondi a disposizione – essenzialmente dopo il passaggio certificato alla fase a gironi dell’attuale Champions League – per lanciare l’assalto ad un acquisto in grado di sostenere le ambizioni partenopee. Qualcuno insomma in grado di far saltare il banco. A maggior ragione considerando l’assunto per cui l’unica vera risorsa alternativa nel parco attaccanti – Arkadiusz Milik appunto – era reduce dal complesso recupero all’infortunio che abbiamo precedentemente dettagliato in ogni suo aspetto. Un rischio altissimo che il Napoli ha voluto correre e di cui oggi ne paga le evidenti conseguenze: certo, la fortuna non è stata amica del club di De Laurentiis, ma imputare il tutto alla mala sorte non risponde oggettivamente alla realtà delle cose.

E le contromosse

Il Napoli si ritrova dunque con due spine: come gestire l’immediato presente e come anticipare il prossimo futuro. Difficoltà evidenti ineriscono ad entrambi i discorsi. Ma andiamo con ordine: no alla psicosi da mancanza di centravanti. Non si può acquistare per caso, non trovano fortuna i casi passati – Anelka alla Juventus un chiaro ricordo – in cui si è voluto a tutti i costi riempire una casella vuota senza che questo vuoto trovasse effettivo riempimento. Le soluzioni alla Gilardino, Bianchi, Rossi e chi più ne ha ne metta lasciano chiaramente il tempo che trovano. E non possono aderire al livello attuale raggiunto dal Napoli, meritevolmente tra i top club europei di questo sport. Proprio il Napoli peraltro – grazie all’illuminata opera del suo allenatore Maurizio Sarri – ha dimostrato che sia più efficace adattare un fenomeno in un ruolo che non è il suo originale rispetto al servirsi di un centravanti tanto per. Per quanto riguarda le dirette concorrenti, sostanzialmente neanche l’Inter vanterebbe un vice Icardi di ruolo e nel caso può servirsi di Eder, ma gli impegni stagionali sono decisamente minori per quantità, la Juventus può riportare Mandzukic nel suo ruolo di competenza per far rifiatare Higuain.

Napoli post Milik, che si fa?

Dunque no alla psicosi, considerato peraltro che in concomitanza dell’assenza di un centravanti di ruolo il Napoli vanta l’attacco più prolifico d’Europa, ma ad una decisione ci si dovrà pur arrivare: il diniego al mercato degli svincolati non scalda l’animo di Sarri e pare già chiaro. La scelta dunque potrebbe essere quella di promuovere il classe ’98 Leandrinho in prima squadra, restare così intatti numericamente e magari studiare soluzioni alternative, vedi la valorizzazione di un centrocampista con le caratteristiche totali di Zielinski in una posizione più avanzata. Il tutto nell’ottica di mantenere comunque un buon livello nelle rotazioni. Così anche un interprete dinamico come Callejon potrebbe essere provato da prima punta, per garantire un avvicendamento di qualità ad un Mertens che avrà comunque bisogno qua e là di tirare il fiato. Differente discorso va applicato all’analisi di medio termine: resistere fino a gennaio significherebbe ritrovarsi all’altezza degli obiettivi che il Napoli si è posto per questa stagione. Ragion per cui sarebbe davvero incomprensibile non intervenire sul mercato per riparare quel che non è stato fatto in estate: l’anticipo dell’approdo di Roberto Inglese dal Chievo – già previsto per la prossima stagione, operazione conclusa negli ultimi battiti della recente finestra di calciomercato – è l’argomento caldo di queste ore, ma c’è tutto il tempo per studiare e programmare un colpo di comprovato valore che permetta al Napoli di Sarri di giocarsela ad armi pari con la Juventus. Sempre se intanto la squadra sarà cosi brava da tenere in piedi lo splendido castello che sta innalzando.