Petrachi: «Non è vero che ho litigato con Fonseca. Discorso a Sassuolo? Lo rifarei» - Calcio News 24
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Petrachi: «Non è vero che ho litigato con Fonseca. Discorso a Sassuolo? Lo rifarei»

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Gianluca Petrachi, ex direttore sportivo della Roma, ha parlato ai microfoni di Sportitalia della sua esperienza in giallorosso

Gianluca Petrachi, ex direttore sportivo della Roma, ha parlato ai microfoni di Sportitalia della sua esperienza in giallorosso. Le sue parole riportate da TMW.

«Non è capitato tutto a Sassuolo, anzi. È una cosa che se capitasse domani la rifarei. Se c’è qualcosa che non va bene, anche nell’intervallo, un direttore ha il diritto di entrare nello spogliatoio e dire qualcosa alla squadra. Io ero entrato non per un discorso tecnico, bensì motivazionale. Dopo 20 minuti la squadra perdeva 3-0 e io nel mio piccolo ho cercato di far capire ai giocatori che si stava perdendo quel poco di dignità che ci stava rimanendo. Al di là del discorso di Fonseca alla fine quasi pareggiavamo, evidentemente qualche discorsetto può servire. Io non entro per parlare di tattica o di tecnica, ma per un discorso motivazionale. E se un direttore non lo fa è giusto che stia a casa. Ci sono dei momenti cardini in cui anche il direttore in rappresentanza della società deve fare quello che deve fare. lo rifarei altre mille volte. E non è vero che ho litigato con Fonseca».

PALLOTTA – «Sono deluso di non aver avuto un contatto diretto con lui e non è dipeso dalla lingua. In questo modo, senza contatto diretto, è più difficile. Con Cairo ad esempio ce l’avevo, anche se non è finita bene, ci ho rimesso dei soldi e sono dovuto giungere a compromessi, ma non c’erano le prospettive per andare oltre. Come nei rapporti d’amore le storie finiscono e il mio rapporto con Cairo era finito, non avevo più niente da dare. Il contenuto del messaggio inviato al presidente non sarebbe cambiato. Magari avrei chiamato il presidente a costo di dirgli che dovevo parlargli. Tra di noi c’è stato uno scambio di messaggi cordiali. Nel messaggio gli feci presente che se lui mi discriminava dal punto di vista mediatico mi avrebbe tolto la forza per governare la sua società».