VOTI&STATS – Sassuolo-Lazio: Dionisi si dà 4, biancocelesti da 7 (almeno)

Tutti i numeri e le statistiche sull’ultima sfida di Serie A tra Sassuolo e Lazio, terminata con il punteggio di 0-2

Alessio Dionisi ha sintetizzato la partita Sassuolo-Lazio con una personalissima pagella, cosa piuttosto insolita per gli allenatori, che cercano di solito di formulare giudizi più articolati e anche spesso ben poco autocritici: «La Lazio ha fatto una partita da 8, noi da 4, con errori da 3. Mi aspettavo di più da tutti». La Gazzetta dello Sport, nella valutazione dei due mister, è stata meno radicale. Lo sconfitto si è ricevuto un 5: «Sassuolo irriconoscibile. Alcune scelte iniziali (Tressoldi, Pedersen) si rivelano un suicidio». Martuscello, il vincitore, ha meritato il 7: «Con Sarri in tribuna tocca a lui guidare la Lazio sicuramente più bella della stagione. La tattica ed i cambi si rivelano azzeccati».
Dal punto di vista statistico, quali sono stati gli elementi principali che spiegano il successo biancoceleste, piuttosto facile, tenendo conto che già all’intervallo la gara era indirizzata sul doppio vantaggio e da lì non si è mossa?

I dati della Lega Serie A dicono che Luis Alberto (sontuoso) e compagni hanno confezionato 13 palle gol, a fronte delle sole 4 da parte degli emiliani. La Lazio ha recuperato 7 palloni in più, ma il dato più macroscopicamente differente è quello relativo alla corsa: sul piano fisico il Sassuolo è stato nettamente stroncato, ha corso 111 chilometri a fronte dei 120 degli avversari. Una differenza rarissima a vedersi, che può anche generare un certo ottimismo per la trasferta in Olanda – casa Feyenoord – che la Lazio dovrà fare mercoledì per la terza giornata di Champions League.
C’è ancora un aspetto che fa riflettere sulla differenza di espressione delle due squadre. Il punteggio è stato una traduzione minima di quanto visto in campo, tenendo conto che la Lazio ha anche colpito tre volte i legni della porta di Consigli. Che si è anche reso protagonista di tre parate definite da La Gazzetta «incredibili», decisive per evitare un passivo più ampio.

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