Stendardo: «Juve? La Lazio chiese troppo» - Calcio News 24
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Stendardo: «Juve? La Lazio chiese troppo»

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Il difensore dell’Atalanta tra passato e futuro: le dichiarazioni

Laureatosi in Giurisprudenza, Guglielmo Stendardo è anche un appassionato di filosofia. Il difensore dell’Atalanta ha deciso di raccontarsi attraverso “Il dubbio”, libro scritto da Luciano De Crescenzo: «Il dubbio accompagna la mia vita. Il dubbio è delle persone perbene e io ho imparato a diffidare di chi ha certezze assolute», ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport.

IL DESTINO – Domande se le fanno anche i tifosi nerazzurri sulla presenta rottura con Edy Reja, ma Stendardo non fornisce risposte: «Credo che capisca la mia posizione: su questa storia per ora non voglio esprimermi. Preferisco parlare di questo bel libro che ho davanti». Preferisce parlare di destino: «Sono un privilegiato, ho raggiunto un sogno, ma ci sono basi da cui mi sono mosso: innanzitutto mia madre Anna medico, mio padre Giovanni sociologo. Una piattaforma familiare solidissima, da cui io ho saputo lavorare. Pensi che dalle giovanili alla A arriva un ragazzo su oltre 4mila». Chi sfonderà per il Destino e non per il Caso dei giovani dell’Atalanta? «Tanti, ma di sicuro Grassi e Monachello, se avranno voglia di sacrificarsi. E poi Sportiello, che è già formidabile».

IL RETROSCENA – Quando riavvolge il nastro della sua carriera, Stendardo tira in ballo ricordi positivi e negativi. E rievoca l’esperienza negativa alla Lazio: «Subii mobbing e fui messo fuori rosa. Feci causa, la vinsi e detti tutto in beneficienza, ma speravo che questo aiutasse a cambiare il sistema: non è stato così», ha raccontato il difensore, che ha parlato anche del no della Lazio nel 2008 alla Juventus: «La Juve voleva tenermi, ma pensi che in quel periodo il Milan acquistò Ronaldinho per 15 milioni e la Lazio ne chiese per me 12: era troppo. Però è andata bene così, grazie anche a quelle scelte ho scoperto Bergamo».

VITA DA FAVOLA? – Dai consigli per debellare la piaga del calcio marcio Stendardo arriva poi alle ombre sul futuro dei colleghi: «Molti calciatori non conoscono neppure il regolamento, non sanno che quello che fanno è sbagliato ed eticamente scorretto. Viviamo in un mondo da favola, non facciamo le file, abbiamo sempre posto ai ristoranti e pensiamo che tutto ci sia dovuto. Poi però il calcio finisce e la maggior parte non sa cosa fare. Sa che solo il 10% dei giocatori riesce a restare nel mondo del calcio con qualche ruolo? È normale che poi tanti scoprano la depressione».

IL FUTURO – Stendardo ha, invece, le idee chiare sul suo futuro: «Ho un contratto fino al 2017, però vorrei continuare ancora. Poi farò l’avvocato, magari per occuparmi a 360° della vita dei calciatori. Futuro Atalanta? Roseo, ma la squadra deve tornare a essere quelli di un mese fa. Sono sicuro che può chiudere il campionato nella parte sinistra della classifica. Parlando di Napoli, dico solo che è fortissimo e lotterà per il titolo con Juve e Inter. E poi ha Higuain, il giocatore più forte del campionato. Per me è meglio anche di Suarez. Festeggiare a Napoli lo scudetto? Credo proprio di sì. Pensi che bello farlo insieme a De Crescenzo..».