Vieri: «Mollai la Juve solo per i soldi» - Calcio News 24
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2015

Vieri: «Mollai la Juve solo per i soldi»

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Nel suo libro Bobo racconta: «Dissi alla Satta di ripassare a 20 anni»

“Chiamatemi Bomber” è il nome del libro autobiografico in uscita domani di Christian Vieri: Bobo al suo interno racconta tutte le verità, tantissime, di una carriera perennemente vissuta sotto la luce dei riflettori, dentro e soprattutto fuori dal campo. Il libro, scritto a quattro mani con il giornalista Mirko Graziano, descrive un po’ di aneddoti dell’ex attaccante di Juventus, Lazio, Inter e Milan tra le altre, a partire dai gustosi dettagli riguardanti la passione di Vieri per le Veline: Elisabetta Canalis prima e Melissa Satta poi. «Elisabetta Canalis? Me la passò al telefono Enzo Iacchetti (allora presentatore di “Striscia la Notizia” e tifoso interista, ndr). Menava di brutto Eli quando la facevo arrabbiare… Melissa Satta la conobbi quando aveva 18 anni, era bellissima. Le dissi: “Ascolta Melissa, adesso sei troppo giovane, ma mi prenoto per diventare tuo fidanzato appena avrai compiuto vent’anni». Così fu. 

VIERI: «VIA DALLA JUVE SOLO PER I SOLDI» – «A diciott’anni si diventa maggiorenni, si può finalmente guidare l’automobile, si può votare e tutta una serie di altre cose. Ma i miei diciotto li ricordo soprattutto perché fu in quel periodo che varcai per la prima volta la soglia del Pineta di Milano Marittima, che negli anni a venire sarebbe diventato per me un appuntamento fisso», racconta Vieri in una anticipazione del libro de La Gazzetta dello Sport. La vita calcistica dell’ex attaccante però è stata fatta anche e soprattutto di addii: uno dei più clamorosi fu quello alla Juventus, che nel 1997 fu costretta a cederlo all’Atletico Madrid: «Un giorno Luciano Moggi mi chiama a rapporto: entro nel suo ufficio e trovo già lì il mio procuratore e Roberto Bettega. Il direttore, con i suoi modi tranquilli e gli occhi semichiusi, dice che è pronto ad aumentarmi l’ingaggio, ma che non può andare oltre i due miliardi di lire a stagione. L’Atletico Madrid offre tre miliardi e mezzo. “Si va in Spagna“, dico. E la riunione finisce all’istante. Lo ammetto, decisi guardando solo il portafogli. Potendo tornare indietro, sarei rimasto»

«L’ADDIO DI RONALDO E… GAMARRA» – Dopo qualche anno, l’approdo all’Inter, la sua storia d’amore calcistico più duratura, finita però male per lo scandalo intercettazioni. Qualcosa forse però già si ruppe il giorno dell’addio di Ronaldo, luglio 2002: «Una notte di luglio, alle tre e mezza del mattino, io sono al Pineta a fare serata. Vedo la tasca dei pantaloni che si illumina. È il telefonino. Massimo Moratti. “Ciao Bobo, senti, qui accanto a me c’è Marco, Marco Tronchetti Provera“. “Presidente, non mi dire che stiamo per parlare di Ronaldo”. “Bobo, lui vuole andare via”. “Non ci pensare nemmeno, non possiamo venderlo, se fai così sfasci tutto”. “Ci sono problemi, con Hector Cuper non lega proprio”. “I problemi si risolvono”». Così però evidentemente non fu. Qualche settimana dopo il Milan acquista l’amico Alessandro Nesta dopo una lunga battaglia di mercato proprio con i nerazzurri: «Dopo il 5 maggio convinsi Ronaldo e Recoba. “Tagliamoci lo stipendio, che arriva Nesta”. Alessandro era d’accordo. Una mattina sono all’ippodromo e mi telefona Mao, il figlio del presidente Moratti. “Bobo, lo so che sei incazzato, ma Nesta costava davvero troppo. Anche papà è arrabbiato, ma non ti preoccupare: abbiamo preso comunque un campione”. “Ma chi?”, chiesi io. “Carlos Gamarra (difensore paraguaiano che l’Inter comprò dall’AEK Atene, ndr)”. Non dico niente. Senza chiudere la chiamata lancio il cellulare verso la pista dei cavalli con tutta la mia forza. Mai più rivisto, quel telefonino. A pensarci adesso, nulla contro Gamarra, un bravo difensore, ma Nesta ai tempi era il massimo. Ed era pronto a venire da noi»