2009
Calciopoli, Bergamo: “I regolamenti non vietano le cene”
“I regolamenti non impedivano di avere rapporti con le società ” e c’era l’esigenza di tenere contatti con le società di calcio “per capirne gli umori e per sapere dettagli che gli arbitri non dicono”. Sono le dichiarazioni spontanee rilasciate dall’ex designatore arbitrale Paolo Bergamo al termine dell’udienza odierna di Calciopoli,
“Sono diventato – ha detto Bergamo – quello che faceva le cene e poi si trasformava nel maghetto del sorteggio. Nel 2004/05 avevo già deciso che sarebbe stato l’ultimo anno e che avrei dato le dimissioni, cosa che poi ho fatto non senza scalpore. Fu così che decisi con mia moglie che quando fossero venute a giocare a Livorno Inter, Juve e Milan, avremmo potuto organizzare delle cene con Facchetti, Galliani e Moggi, amici che conosco da 35 anni. Così a gennaio telefonai a Facchetti che stette a cena da me. Lo stesso feci con Galliani ma lui il giorno prima della partita mi spiegò che essendo candidato alla presidenza della Lega la cosa poteva essere mal interpretata e declinò. A fine campionato, con la Juve già campione, chiamai Giraudo chiedendo se fosse un problema per lui la presenza di Innocenzo Mazzini. La cena ci fu – ha ricordato l’ex giacchetta nera – con la mia casa circondata dai carabinieri ma i regolamenti non vietavano questo tipo di cene”.
Per Bergamo, insomma, parlare con le società ed acquisire informazioni sugli arbitri era necessario “per mettere poi gli stessi arbitri nelle condizioni di poter rendere al meglio”. “Perchè – ha concluso – non era facile fare le griglie, ma c’era un sorteggio regolare con le palline estratte da un giornalista che neanche si conosceva. Tutto avveniva in maniera regolare pur nelle difficoltà che ho ricordatò”.
Fonte: Repubblica.it