Razzismo, retroscena Balotelli: «A Roma mi tirarono un casco di banane»
Connettiti con noi

Italia

Balotelli e la piaga del razzismo: «A Roma mi tirarono un casco di banane»

Pubblicato

su

Balotelli Palermo Falcinelli

Mario Balotelli racconta i casi di razzismo in cui è stato, suo malgrado, protagonista: la punta di Nizza e Italia svela un clamoroso retroscena

La discriminazione nel calcio è una malattia da debellare. Ne sa qualcosa Mario Balotelli, che anche a San Gallo è stato preso di mira da alcuni presunti tifosi dell’Italia con uno striscione truce nella sfida con l’Arabia Saudita. Proprio Balo è uno dei protagonisti del nuovo libro di Alessandro Alciato, “Demoni“. Il giornalista analizza i problemi di alcuni calciatori e prova a scavare a fondo nella loro vita privata, come fa con Balotelli e con la piaga del razzismo che lo segue da quando era piccolo. Balo infatti racconta: «Durante Juventus-Inter me ne dissero di tutti i colori. Scimmia, negro, torna in Africa. Moratti dichiarò che avrebbe ritirato la squadra dal campionato». L’attaccante del Nizza va anche a fondo su altri casi, molto più eclatanti.

Il retroscena più clamoroso riguarda una partita dell’Under 21, disputata pochi mesi dopo quello Juve-Inter. Super Mario e compagni sono a Roma e stanno bevendo qualcosa in un bar vicino a Ponte Milvio. Sono seduti tutti alla stessa tavolata, che si trova all’aperto e vicina alla strada: «Stiamo chiacchierando, da lontano spunta una moto e uno dei due urla forte: “Negro!”. “Negro schifoso!”. “Negro di merda!”. Poi si avvicinano, rallentano e mi lanciano un casco di banane, ma sbagliano mira e colpiscono una cameriera». In “Demoni” c’è spazio anche per ricordi più datati, ma che ancora fanno male. Il racconto di Balotelli si chiude con un fatto avvenuto quando era piccolo: «Avevo fatto i compiti e pensavo di poter giocare a calcio coi compagni a scuola. Arrivo al campetto e chiedo di poter giocare, mi rispondono di no. “Ma ho fatto i compiti…”. “No, Mario: sei nero”. Ero nero, quindi ai loro occhi diverso… Credevo non mi volessero perché già allora ero esuberante, ma poi ho scoperto la verità».