Calciomercato Perin-Juventus, Palladino: «Non andare, lì sono robot»
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Il doppio ex Palladino avvisa Perin: «Ripensaci, alla Juve sono robot»

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I consigli di un amico. L’ex Genoa e Juventus Palladino manda un messaggio chiaro al portiere rossoblu Perin, promesso sposo bianconero: «Restare forse lo farebbe soffrire meno…»

Genova ed il Genoa per anni sono stati casa sua – a puntate – fino all’inizio del 2018: Raffaele Palladino, 34 anni, è adesso (ancora per poco) un calciatore dello Spezia. Poi il suo futuro, vicino o lontano al calcio giocato, si deciderà. Di certo, nel pieno della trattativa che potrebbe – dovrebbe – portare Mattia Perin alla Juventus, nessuno può parlare meglio delle differenze tra l’ambiente bianconero e quello rossoblu: ancora prima di approdare a Genova – città che tutt’ora ammette di frequentare almeno una volta alla settimana – l’attaccante napoletano è stato infatti una delle promesse juventine dal settore giovanile, dove era arrivato nel 2002, fino alla prima squadra, dove era diventato uno dei protagonisti dell’annata in Serie B nel 2007. «Io spero ancora che Mattia ci ripensi – confessa Palladino a La Repubblica di Genova. Rischia di andare a fare il secondo, lui che per natura è uno spirito libero e ha bisogno di giocare e primeggiare, in un ambiente dove per andare avanti devi essere un robot, essere sempre in linea con tutto e tutti. E se capisco la sua voglia di crescere, forse lo farebbe soffrire meno un altro anno qui, da protagonista vero». Come a dire: meglio giocare nel Genoa… che non giocare.

Insomma, quando è un ex juventino a sconsigliare la Juventus, probabilmente c’è da riflettere, ma è pure vero che il dado ormai pare tratto (leggi anche: CALCIOMERCATO JUVENTUS: LE ULTIME SU PERIN). Certo, per un capitano che va, un altro che ritorna: Domenico Criscito, un acquisto che Palladino festeggia non soltanto per il valore aggiunto dello spogliatoio, ma anche per quello tecnico che porta con sé. Il Genoa ripartirà anche dall’allenatore – confermato – Davide Ballardini, colui che a gennaio gli aveva detto che per lui non c’era più posto in squadra: «Con me è stato leale e sincero, una persona vera – ammette senza alcun rancore l’ex ala rossoblu – . Eravamo in una situazione delicata, non aveva spazio per me nel suo modulo e così abbiamo deciso di prendere strade differenti. Però ha fatto un grandissimo lavoro e ha raggiunto l’obiettivo, magari senza divertire granché, ma nel modo giusto». Cosa manca al Genoa di oggi? La continuità di organico, spiega Palladino, che esclude l’eventualità di un ennesimo ritorno (sarebbe il terzo) al Grifone. Da giocatore almeno: per tutto il resto, si vedrà.


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