Comunardo Niccolai: «Gigi Riva e la sua scelta da nobile ribelle»
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Comunardo Niccolai: «Gigi Riva e la sua scelta da nobile ribelle»

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Comunardo Niccolai, ex difensore del Cagliari e il suo ricordo di Gigi Riva: «Gli anni con lui al militare i più belli della mia vita»

Comunardo Niccolai è stato uno dei grandi artefici del Cagliari dello scudetto. Difensore, al Corriere della Sera ha raccontato il suo Gigi Riva.

COMUNARDO – «Il babbo aveva idee di sinistra e Comunardo gli piaceva anche perché era un nome vietato durante il fascismo, un nome da ribelle, sicché…».

BRERA SCRISSE: «CON LO SCUDETTO LA SARDEGNA ENTRA IN ITALIA» – «La Sardegna è sempre stata Italia. Con quello scudetto l’abbiamo ricordato tutti. Eravamo una squadra di amici. Io ero la diga in difesa. E là davanti c’era il più grande».

RIVA CALCIATORE E UOMO – «Erano diversi. Come calciatore, beh, l’avete visto. Attaccante irripetibile, un fuoriclasse. Oggi segnerebbe cinquanta gol a stagione. Forza, tecnica, leadership. Ho sempre sostenuto che era un dio, il nostro dio. Vincere uno scudetto a Cagliari significa vincerne cinque a Milano o a Torino. Se non gli avessero spezzato due volte la gamba, avremmo vinto molto di più».

IL GIORNO IN CUI SI SONO CONOSCIUTI – «Ci conoscevamo da sempre. Avevamo anche fatto il militare insieme, alla Cecchignola di Roma. Quante ne abbiamo combinate. Gli anni più belli della nostra vita».

LA SCELTA DI GIGI – «Oggi nessuno farebbe la scelta che ha fatto lui, dicendo no alla gloria e ai soldi in cambio della felicità. Ma la verità è che anche allora era una scelta controcorrente. Una scelta da nobile ribelle».