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Fiorentina, Duncan: «Razzismo? Esistono gli ignoranti. Non finirà mai»

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Alfred Duncan, centrocampista della Fiorentina, si è raccontato in una lunga intervista al sito ufficiale viola

Alfred Duncan, centrocampista della Fiorentina, si è raccontato in una lunga intervista al sito ufficiale viola. Le sue dichiarazioni:

RAZZISMO«Ci sono gli ignoranti, senza educazione. Ma non per colpa loro. E questa cosa io continuo a ribadirla: allo stadio trovi il padre che dice certe cose, e fa certi gesti davanti al bambino, che impara e cresce facendo ciò che fa il padre. E’ inevitabile. Il bambino cresce imitando il genitore. Le persone fanno quello che fanno prendendolo dai genitori. Quello che insegni ai bambini sono i valori che si porteranno dietro tutta la vita. L’educazione per me è alla base di tutto questo. Quindi che uno lo faccia apposta, o che lo faccia per dare fastidio, per me il razzismo non finirà mai. Ci sono tante misure per diminuirlo, ma non vengono implementate. Vuol dire che le autorità non hanno la voglia di diminuire il razzismo. E andremo sempre avanti così. Quando uno vuole evitare una cosa fa di tutto per evitarla, ma se non lo fa, è cosciente, vuol dire che non lo vuole fare».

ITALIANO «l rapporto con il mister è buono, e penso che tutti i ragazzi hanno un rapporto buono con il mister. Sappiamo quanto è tosto il Mister, sappiamo quanto ci tiene a quello che facciamo in campo e fuori. E’ uno che cerca sempre di dare una mano, aiutarci anche fuori dal campo. Ci sforza ad andare oltre i nostri limiti, e questa è una cosa importante: sta cercando di migliorare ogni giocatore sul campo.  E’ quello che stiamo cercando di fare quest’anno»

IDOLI – «Crescendo ho visto tanti giocatori che ti fanno innamorare del calcio. Igor e gli altri brasiliani con cui ho giocato lo sanno: quando vedo Ronaldinho posso smettere di fare qualsiasi cosa, mi fa proprio impazzire. Lui è il calcio.  Così come Xabi Alonso. Il suo modo di giocare, come vedeva le cose tre ore prima degli altri, i suoi passaggi, la misura dei passaggi, come cambiava gioco, come dettava i tempi della squadra. Mi faceva impazzire.  Poi quando ho iniziato ad allenarmi con la prima squadra all’Inter ho visto Thiago Motta. Era impressionante. Giocava solo di prima, e non sbagliava mai. Sono rimasto scioccato.  E’ un giocatore che ho sempre ammirato, ed essendo mancino anche lui per me era tutto».