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Gabbiadini sogna il Mondiale: «Voglio la maglia azzurra»

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Ritornato al gol con il Southampton, Manolo Gabbiadini parla della sua vita inglese: «Mi piace qui. A Napoli…»

Le mura medievali oltre la finestra, il cielo grigio dell’Hampshire, il vociare dei gabbiani che volano bassi alla ricerca di cibo. Southampton è una città a misura d’uomo, anche se Manolo Gabbiadini ha scelto di vivere a Winchester, uno dei luoghi più affascinanti dell’Inghilterra. «C’è il pub più antico del Regno Unito — spiega l’attaccante italiano a “La Gazzetta dello Sport” —, si chiama Royal Oak. Nelle sue pareti sono appesi e conservati i boccali dei personaggi illustri che lo hanno frequentato nel corso dei secoli». Manolo ha trascorso una settimana serena: i due gol al Newcastle sono stati un colpo di frusta a un periodo non facile. Il cambio di allenatore, dal francese Puel all’argentino Pellegrino, ha portato inevitabili cambiamenti, di idee e di regole.

HOME SWEET HOME – Domani il Southampton ospita il West Bromwich Albion. Gabbiadini dovrebbe partire titolare. A seguirlo, in tribuna, la famiglia e il suo agente, Silvio Pagliari. Sei gol nei primi due mesi d’Inghilterra, poi la frenata. «L’infortunio mi ha fermato sul più bello. Ero partito benissimo, mi sentivo in grandi condizioni e c’era l’entusiasmo della novità, ma quando sono guarito e rientrato, era cambiato qualcosa. Giocavamo in modo diverso. Più coperti, più allineati ed è diventato tutto più difficile. La stagione del Southampton è stata comunque importante: ottavo posto, finale di Coppa di Lega e eliminazione nella fase a gironi di Europa League per un nulla». Perché ha scelto Southampton? «C’erano altre opzioni, anche estere, ma ho preferito venire qui perché volevo misurarmi con la Premier e questa era una chance importante. A Southampton si sta bene ed è comoda: in un’ora arrivi a Londra o all’aeroporto di Heathrow, dove ci sono tre voli giornalieri per Bologna. Quando ho deciso di lasciare Napoli, ho fatto anche queste considerazioni».

RICORDI E FUTURO – Che cosa le resta di Napoli? «A Napoli ho trascorso un periodo importante della mia vita. Abitavo a Posillipo, in un posto fantastico. Mi sono creato un gruppo di amici, come il maestro dei presepi Marco Ferrigno: è stato un onore indossare la maglia del Napoli». Il Napoli è in testa a punteggio pieno. «Il Napoli offre il miglior calcio della A, è guidato da un grande allenatore. Sarri e Benitez sono i migliori che ho avuto, ma ho un bel ricordo anche di Pioli e Mihajlovic». La maggiore differenza rispetto alla serie A? «In Premier c’è meno tattica. Prepari la partita, ma poi in campo prevale spesso l’istinto. Si attacca, si dribbla e si tira: è tutto molto più istintivo». I gol di Southampton possono darle una spinta in più in Nazionale? «Il Mondiale è il mio obiettivo. La maglia azzurra ha davvero qualcosa di speciale». L’Italia affronterà la Svezia nei play-off: previsioni? «Cinquantuno noi, quarantanove loro. Non voglio pensare a un’Italia che non va al Mondiale. Sarebbe un disastro per quelli della mia generazione».