Graziani: «Il rigore sbagliato in Roma Liverpool me lo sogno ancora la notte» - Calcio News 24
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Champions League

Graziani: «Il rigore sbagliato in Roma Liverpool me lo sogno ancora la notte»

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Francesco Graziani

L’ex attaccante della Roma è tornato sul rigore sbagliato nella finale di Champions League tra giallorossi e Liverpool del 1984

Francesco Graziani, ex attaccante anche della Roma, ha parlato ai microfoni del Corriere della Sera di vari argomenti tra cui la finale di Champions League persa ai rigori contro il Liverpool. Ecco le sue dichiarazioni.

PAROLE – «Non passai il provino con Roma, Lazio e Juve, ero così secco che mi facevi la radiografia con un accendino. Mi presero al Bettini Quadraro, zona Cinecittà, e dopo all’Arezzo. Nel frattempo ero cresciuto, forte e robusto. Ma papà non ha mai visto una mia partita, nessuna, nemmeno in Nazionale, gli veniva l’agitazione. Però quando segnavo pagava da bere agli amici dell’osteria. Il rigore sbagliato contro il Liverpool? Me lo sogno ancora la notte».

LE PRIME PARTITE – «Zio Donato era il portiere del monastero di Santa Scolastica, la domenica pomeriggio si giocava nel campetto contro i seminaristi che, oh, tiravano certi calci. Un giorno lo zio prese da parte mia madre: “Ma Francesco secondo te ha la vocazione? Sta sempre qua”. Quando mai. Ci andavo perché si mangiava benissimo, specie l’agnello al forno era una favola».

GLI ERRORI SOTTO PORTA – «Lisci veri e propri no, certo ho sbagliato qualche pallone a 4 metri dalla rete».

LA FAMA DI CABRINI – «Eh, Antonio era speciale, uno scapolone, io invece ero già ammogliato… Certo per noi era diverso, io a Roma andavo dal macellaio, dal fruttivendolo, a fare una passeggiata in via Veneto, ogni tanto mi chiedevano un autografo ma niente di che. In ritiro a Brunico giocavo a carte con i tifosi fuori dall’hotel, i calciatori oggi non si godono niente, stanno sempre chiusi, soli».

LE GIACCHE SGARGIANTI IN TV – «Mia moglie mi supplica: “Quella no, ti prego”, ma io non la ascolto, mi piacciono i colori, i quadri. So che a Mediaset mi vorrebbero più sobrio, ma io sono così. Forse a volte ho esagerato con il giallo fosforescente e il verde acceso».