I 5 momenti indimenticabili di Ibrahimovic col Milan (il 6° sarà stasera)
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IL MEGLIO DEL 2023 – I 5 momenti indimenticabili di Ibrahimovic col Milan (il 6° sarà stasera)

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Zlatan Ibrahimovic

Zlatan Ibrahimovic si appresta a salutare ufficialmente il Milan: i 5 momenti indimenticabili dello svedese in rossonero

Ogni classifica è arbitraria e nel caso di Zlatan Ibrahimovic c’è talmente tanta materia dalla quale attingere che fare una selezione è un’operazione impossibile, se non la si prende come un gioco. Un esercizio, quindi, non per indicare gli exploit più belli o importanti ai fini del risultato, bensì per fissarli nella memoria come esempi del carattere, della personalità e del contributo dato dal campione svedese al Milan. Col quale chiuderà oggi, regalando un’emozione degna di far parte della nostra galleria come sesto momento indimenticabile. Perché a San Siro ci sarà la folla delle grandi occasioni per salutare un fuoriclasse che ha girato il mondo – Svezia, Olanda, Spagna, Francia, Inghilterra e Stati Uniti – ma è l’Italia il luogo dove ha giocato di più ed è col Milan che, in due riprese, ha finito per trascorrere più tempo. Anche questa durata c’è come elemento fortissimo del suo legame con il Diavolo e la sua gente.
La nostra Top Five sceglie un giorno per stagione.

1) 29 agosto 2010. Milan-Lecce, Ibrahimovic fa il suo ritorno in Italia e dopo Juventus e Inter decide di vestire il rossonero. Accende San Siro con un messaggio forte e chiaro: «Quest’anno vinciamo tutto, siamo i più forti d’Italia». A differenza di altre volte non bacia la nuova maglia. La passata appartenenza nerazzurra è già dimenticata. E su quel fronte arriva il commento con una punta di veleno di Marco Branca, che dall’alto del Triplete commenta: «Con l’arrivo di Ibrahimovic il Milan si è avvicinato ma le sue frasi sono ripetitive, anche se qualcuno è contento di sentirle». I rossoneri riescono a strappare lo scudetto dalle maglie dei cugini. Un po’ di ragione, insomma, Ibra l’ha avuta nel lanciare i suoi proclami.

2) 29 ottobre 2011. Roma-Milan, in un mese in cui fa rumore una sua dichiarazione di stanchezza relativa al calcio (e oggi fa sorridere vista la lunghezza della sua carriera) decide la sfida dell’Olimpico con una doppietta. All’insegna della normalità, perché quello di questo campionato è lo Zlatan che riconquista il titolo di capocannoniere 3 anni dopo e con 3 gol in più rispetto a quando lo aveva fatto con l’Inter.

3) 2 gennaio 2020. A 38 anni, Ibra torna dagli Stati Uniti con una promessa: «Farò saltare San Siro». Alle ore 11.32, il suo aereo atterra e il primo che abbraccia è Boban. Nasce una nuova fase della sua vita e anche del racconto giornalistico che lo riguarda. Di personaggi come lui se ne sentiva un gran bisogno in un’Italia e una Serie A impoverita, dove manca soprattutto la presenza di giocatori star. E lui lo è. Il Corriere dello Sport azzecca l’apertura, ironizzando sulla tendenza di Zlatan a proporsi in termini di divinità e titola efficacemente «Io c’è».

4) 1 novembre 2020. Risolve una gara complicata a Udine prima mandando in gol Kessie, poi inventando una rovesciata che fa scrivere La Gazzetta dello Sport «Il piede di Dio». Commento serafico del protagonista: «Con me si può stare tranquilli». Fantastico.

5) 22 maggio 2022. Il Milan festeggia lo scudetto, uno dei più belli della sua storia perché insperato, vinto in rimonta e con sorpasso sull’Inter. Il contributo sul campo da parte di Ibra non è pieno, ma quanta energia regali risulta evidente dal discorso fatto nello spogliatoio di Reggio Emilia: «Quando abbiamo iniziato il primo giorno, quando sono arrivato io, poi dopo sono arrivati altri, non tanti hanno creduto in noi. Però, quando abbiamo capito di dover fare sacrificio, soffrire, credere e lavorare… quando questo momento è entrato siamo diventati un gruppo e con un gruppo è possibile fare queste cose che abbiamo fatto». Come una rockstar sul palco, che esplicita i suoi concetti anche sfogandosi sugli strumenti, Zlatan accompagna le parole facendo saltare un tavolo.