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Juve Nicolussi Caviglia: «Libri, cinema e il mio rapporto con Kean»

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Le parole di Hans Nicolussi Caviglia, centrocampista della Juve, sul suo rapporto con la cultura e quello con Moise Kean

Hans Nicolussi Caviglia in una intervista a La Repubblica, si racconta a 360°: il centrocampista della Juve è noto per essere una “pecora nera” nell’ambiente calcistico, parla del suo rapporto con la cultura e la sua amicizia con Moise Kean. Di seguito le sue parole.

LETTERATURA E CINEMA – «I miei mi hanno insegnato il valore della cultura, prima che me ne appassionassi per conto mio. Letteratura e cinema arricchiscono il tempo che non passi in campo e magari una poesia può darti un appiglio nei momenti difficili. Al momento sto leggendo La montagna incantata di Mann, non ci metterò poco a finirlo. Poi vorrei affrontare Dostoevskij a partire dai Fratelli Karamazov. Al cinema la mia passione è Kubrik, un altro che ha trattato temi tutt’ora attualissimi: il mio preferito è Barry Lindon».

GUCCINI – «Ma no, anche ad altri piacciono i cantautori. Guccini lo ascoltavo da piccolino in macchina con papà quando andavamo a sciare e me ne sono innamorato. Purtroppo non l’ho mai visto dal vivo, ma solo su Youtube: Cyrano, Quello che non, Farewell, Incontro, La locomotiva sono le mie preferite. Anche di lui mi piace che le cose che diceva a suo tempo sono valide oggi e lo saranno tra cent’anni».

INFLUENZA SUI COMPAGNI – «Ho fatto ascoltare Don Chisciotte di Guccini a Kean, ma non l’ho convinto. Con altri ancora non ci ho provato, ma penso di riuscirci. In Cambiaso, per esempio, ho trovato una persona con cui sto bene in campo e fuori, è serio e anche lui ha dei valori uguali ai miei. Penso che lo trascinerò al cinema e riuscirò a fargli piacere Guccini».

RAPPORTO CON KEAN – «Ci conosciamo da quando avevamo 8 anni, siamo legatissimi. Ci completiamo, quello che mi manca lui ce l’ha, scherzando potrei dire che lui è il mio lato cazzaro, giocherellone. Abbiamo un’amicizia profonda e sappiamo perfettamente cosa l’altro sta per fare e ci correggiamo a vicenda. Io riesco a fermarlo un attimo prima che si alteri. Ci scambiamo consigli, ma lui sa da solo quando sbaglia».

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