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L’emozione del calcio online grazia alla digitalizzazione! Secondo i dati UE l’Italia ha ancora molta strada da fare

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L’utilizzo dello streaming per guardare le partite si sviluppa sempre di più, per supportare la richiesta serve una rete e una digitalizzazione solida, ma secondo l’UE l’Italia deve ancora raggiungerla.

Qual è il modo migliore per vivere il calcio? Certo dal vivo non ci sono paragoni ma, a causa dell’emergenza Coronavirus, molte abitudini stanno cambiando, anche la modalità per assistere alle partite della vostra squadra del cuore. La soluzione più versatile e comoda è sicuramente lo streaming: ci sono infatti tantissimi siti che permettono di vedere il campionato, la Champions e anche partite minori nella comodità di casa, in viaggio e su qualsiasi dispositivo come pc, tablet e cellulare. 

La possibilità di guardare le partite in rete sembra soddisfare tantissimi appassionati, ma l’Italia, in fatto di digitalizzazione potrebbe fare molto di più: aumentando la qualità, l’efficienza, la velocità del segnale e l’immediatezza nell’accesso in rete.

Il Belpaese è infatti uno degli ultimi Stati nell’analisi europea DESI per l’anno 2020. Ma vediamo meglio in cosa è carente e come potrebbe migliorare per andare incontro agli utenti e alle aziende.

I risultati DESI 2020 per l’Italia

Il punteggio finale ottenuto dall’Italia è di 43,6 punti rispetto ai 52,6 della media europea. Ma come si è arrivati a questa cifra? Il DESI (Indice di Digitalizzazione dell’economia e società) ha valutato diversi parametri tra cui la connettività a banda larga, le competenze digitali, l’uso di internet, la digitalizzazione delle imprese e la diffusione e utilizzo dei servizi pubblici digitali.

Da questa analisi, sottoposta a tutti gli Stati membri dell’UE, è emerso che l’Italia ha ancora molta strada da fare nel campo della digitalizzazione nonostante ci sia stato un incremento sulle reti ultraveloci rispetto al 2019. Vediamo dove serve un incremento:

  • Connettività. Nonostante il 5G sia valutato a buon punto sul territorio italiano così non è per la diffusione della banda larga e ultralarga ad almeno 100 Mbps che è inferiore alla media UE. Tra i paesi europei circa il 78% delle famiglie possono utilizzare la banda larga e il 26% hanno a disposizione la banda ultralarga mentre in Italia solo il 61% delle famiglie ha a disposizione la banda larga e la percentuale per quella ultralarga cala al 13%.
  • Competenze digitali. Questo risulta essere il dato peggiore per l’Italia, a usare internet è solo il 74% dell’intera popolazione e unicamente il 42% dei cittadini hanno delle competenze di base in materia di rete contro una media UE che si aggira sul 58%. In pochi possono poi vantare competenze avanzate, poco meno di 1 italiano su 4 (22%) rispetto al 33% degli altri stati membri.
  • Utilizzo dei servizi internet. In Italia circa il 17% della popolazione non ha mai usato internet contro il 9% della media europea. L’utilizzo della rete si concentra soprattutto sullo streaming video e audio come l’ascolto di musica o la visione di film e, come già confermato, dello sport in streaming e soprattutto del calcio.

Tutte queste carenze nel campo del digitale e del web possono e devono essere migliorate nel corso degli anni, anche e soprattutto dopo la pandemia da COVID-19 che ha portato alla luce la centralità e l’importanza delle connessioni. Lo sanno bene molte compagnie telefoniche e di rete come Vodafone che, con con le sue reti 4G, 4G+, 5G e in fibra ottica raggiunge quasi il 100% del territorio italiano, offrendo a famiglie e imprese una rete veloce e affidabile.