Magnanelli: «La Nazionale resta un sogno, una fortuna incontrare De Zerbi»
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Magnanelli: «La Nazionale resta un sogno, una fortuna incontrare De Zerbi»

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Il capitano del Sassuolo Francesco Magnanelli nella serata di ieri ha partecipato ad una video call organizzata dall’A.S.D. Fontanelle. Le sue parole

Il capitano del Sassuolo Francesco Magnanelli nella serata di ieri ha partecipato ad una video call organizzata dall’A.S.D. Fontanelle, Scuola Calcio di Gubbio in provincia di Perugia. Le sue parole raccolte SassuoloNews.net.

NAZIONALE – «Era un sogno nel cassetto che ho messo da parte molto serenamente. Nell’anno dell’Europa stavo veramente bene. C’era Conte allenatore, a settembre c’erano le prime convocazioni, mancavano un paio di giocatori e io avevo fatto già 2 mesi con i preliminari, c’erano delle voci di una possibile convocazione e mi è rimasta qua ma mi godo i miei compagni che ora ci stanno dando delle gioie».

ALLEGRI – «Dal punto di vista tecnico-tattico ho avuto allenatori più bravi di Allegri, ma lui era all’inizio, ma sotto il punto di vista della gestione è un allenatore imbattibile, che è nato per fare questo mestiere, che vive di rapporti umani, di sensazioni, di gestione di spogliatoio di squadra è fuori da ogni schema. Ha sempre creduto, e si nota nelle interviste, nel rapporto con i giocatori mettendo il giocatore nelle migliori condizioni psicologiche. Mi ricordo l’anno con lui dove abbiamo vinto la C1, quando vinci i problemi non vengono tutti fuori ma non c’è stato un giocatore, dal primo all’ultimo, che era scontento di lui, che potesse dire qualcosa di lui. Ha un modo particolare di fare le cose che in qualche modo rende tutti felici e credo si sia visto nella sua carriera. Non è riconosciuto nell’allenatore che fa giocare le squadre nel miglior modo possibile ma ci sarebbe da aprire una parentesi ma è quello che ha vinto di più e porta risultati».

DE ZERBI – «Ho la fortuna di aver incontrato 3 anni fa un allenatore, De Zerbi, che è arrivato con idee diverse dal solito, credo sia stato uno dei primi in Italia ad imporre una determinata idea di calcio. Sono un suo estimatore, sposo la sua filosofia. Il gioco dal basso ha un concetto prevalente: è quello di prendere in mano la partita, di avere un predominio sulla squadra avversaria. Quando la squadra avversaria ti viene a prendere uomo a uomo lui non vuole che giochiamo dal basso perché dice che ci sono più rischi, lui vuole che giochiamo dal basso quando ci lasciano con un uomo in più. Siamo fortunati noi ad avere il migliore in assoluto da questo punto di vista ed è un piacere. E’ un calcio diverso e anche questa nazione ha bisogno di qualcosa diverso dopo tanti anni. Nessuno vuole togliere le nostre radici ma credo si possano fare entrambe le cose e anche bene».