Mourinho: "Da tre mesi mi ero accorto di voler cambiare" - Calcio News 24
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2009

Mourinho: “Da tre mesi mi ero accorto di voler cambiare”

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Josè Mourinho, allenatore del Real Madrid, è intervenuto ai microfoni di Deportes Radio per parlare di diverse questioni inerenti il suo periodo in Italia ed il suo futuro spagnolo. L’ex allenatore dell’Inter racconta alcuni episodi curiosi del suo passato nerazzurro: “Perchè piaccio ai giocatori? Perchè ritengo di essere una persona onesta. Zanetti nel pullman mi ha regalato la sua fascia da capitano e dentro c’era una dedica: “Compagno di mille battaglie, ora siamo Campioni d’Europa e vogliamo continuare con te”. Quello è stato un momento fantastico, stellare. L’incontro con Materazzi fuori dal pullman è stato emozionante, Marco mi ha detto: “Oggi finisce la mia carriera, dopo di te non posso avere un altro tecnico”.

Spiegando il suo arrivo a Madrid e la decisione di cambiare aria: “Da tre mesi mi ero reso conto che il calcio italiano non faceva per me. Dopo due anni lì, sentivo che era venuto il mio tempo. Quando Jorge Mendes mi ha detto che potevo venire qui, ho capito subito che fosse perfetto”.

Sul momento del Real: “E’ uno dei club più grandi ma è molto frustrato. Vengo a migliorare la squadra e questo mi rende felice, a me non piace andare in un club per dare continuità  ad un progetto. Preferisco costruire un nuovo sogno”.

Sul rapporto con Valdano: “Ha sempre difeso Pellegrini. E’ il direttore generale. Ora l’allenatore sono io. “.

Sugli esoneri dopo un anno al Real Madrid: “Sono andato al Chelsea e abbiamo vinto il campionato dopo quattro decadi. Sono andati all’Inter e abbiamo alzato la Champions League dopo quattro decadi ed ora arrivo a Madrid dopo una decade senza successi europei. Il Madrid non vive un momento drammatico, ma per storia e per tifosi mi metterò sotto e affronterò la pressione per tenere alte le motivazioni”.

Su come intende allenari i giocatori: “E’ diverso quando si gioca ogni tre giorni o quando c’è la settimana libera. A me piace che il calciatori arrivi all’allenamento un’ora prima, con il tempo per parlare e vedere molte cose. Devo poterci parlare, deve poter mangiare con i suoi compagni e vedere sempre i medici. Se ci alleniamo domani mattina e pomeriggio, voglio che rimanga nell’intervallo. Non c’è un hotel in Valdebebas, ma c’è modo di fare vita di gruppo. Anche io ho una famiglia e i miei figli necessitano il mio appoggio, tutti abbiamo le famiglie”.

Sulla vita lontana dal campo: “Non mi piace la classe VIP. Non mi piace andare al ristorante più caro, non voglio queste cose, preferisco passare inosservato. La notte a Madrid non conoscerà  Josè Mourinho. Nemmeno sarò un poliziotto per i giocatori, il camop è il loro tribunale. So sempre come stanno i giocatori dopo cinque minuti d’allenamento. Alle 10:05 mi faranno capire quando sono andati a letto. Preferisco un calciatore che mi dica che sta male piuttosto che s’inventi che è stato la notte in ospedale con la madre”.

Sul suo carattere: “Quando ci si presenta in conferenza stampa per lanciare una partita o quando si gioca e poi si parla con i media nel post-partita, bisogna essere aggressivi. Ai miei giocatori dico sempre che questo è un tempo di guerra. La vita del Mourinho uomo di tutti i giorni è molto diversa.”

Su Cristiano Ronaldo: “Dopo un grave infortunio ha avuto una stagione fantastica. E ‘un grande giocatore …”

Su come intende recuperare Kakà  e Benzema: “Prima voglio sapere perchè si sono arresi l’anno scorso e poi posso pensare anche al futuro. Voglio raccogliere informazioni dagli stessi giocatori …”

Sul rapporto col Barcellona: “A Barcellona ha vissuto un periodo fantastico della mia vita e non ho niente di male da dire su questa città . Ho ottenuto qualcosa di fantastico da giovane quando vivevo lì. Ed è incredibile, gioco sempre contro di loro. Mi piace vincere contro i migliori e ho goduto più in semifinale che in finale”.