Zaniolo: «L'Italia mi manca, vorrei tornare; Milan? Vediamo»
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Zaniolo: «L’Italia mi manca, vorrei tornare; Milan? Vediamo»

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Nicolò Zaniolo

Niccolò Zaniolo, trequartista dell’Aston Villa, si racconta in una lunga intervista al Corriere dello Sport

Niccolò Zaniolo si racconta in una lunga intervista al Corriere dello Sport. Di seguito le parole del trequartista dell’Aston Villa e della sua volontà di tornare in Italia.

ASTON VILLA E EMERY – «Ti confesso che probabilmente meriterei più spazio. Ma proprio per questo posso descriverti l’allenatore con maggiore obiettività: è uno dei più bravi in circolazione, mi sta migliorando sotto tutti gli aspetti. Lo metto sul piano di Guardiola, Klopp e Mourinho».

ESONERO MOURINHO E DE ROSSI – «Non so cosa dire, non me lo aspettavo e mi dispiace per Mourinho. Ma non conoscendo la situazione dall’interno non posso commentare. Se mi domandi di De Rossi ti dico che non mi sorprende affatto il suo inizio. Daniele era allenatore già quando giocava. Un capitano pazzesco per me».

ADDIO ROMA E E TENSIONI CON PELLEGRINI E MANCINI – «Semplice. È stata una grande storia. Ho amato tanto e sono stato ricambiato. Ma le cose nel calcio come nella vita finiscono.
Quando è così è meglio separarsi, pur conservando il ricordo nel cuore. Mancini e Pellegrini? Non è successo niente di particolare. La verità è che qualcosa si era interrotto nel feeling con la Roma e abbiamo deciso di comune accordo che non avesse senso trascinare la questione
».

ADATTAMENTO ALLA PREMIER – «Sì, ho giocato meno del previsto. Ma penso che un periodo di adattamento a un calcio e a un Paese diversi sia fisiologico. Quando sono arrivato in Inghilterra nemmeno parlavo la lingua. È difficile ambientarsi, anche perché tanti dei miei compagni sono sposati e ho passato molto tempo da solo».

GALATASARAY – «Ho dato tutto anche lì. Era la mia prima esperienza all’estero e la Turchia è ancora più complessa da capire per un italiano. Per fortuna ho trovato tanti connazionali a Istanbul. Ora vediamo cosa succederà in estate».

BIS IN CONFERENCE LEAGUE – «Ci penso, in effetti. E l’idea mi intriga. La notte di Tirana con la Roma, con il gol decisivo nella finale, resta il momento top della mia carriera. Spero proprio di potermi ripetere».

SE GLI MANCA L’ITALIA – «Eh certo, molto. Gli amici, la famiglia, mio figlio. Ora però tocca ai club definire il mio futuro: il cartellino è di proprietà del Galatasaray. Intanto lasciami dire che che sono grato a Monchi per avere ancora scommesso su di me dopo avermi preso alla Roma quando avevo 19 anni».

MILAN – «Chi lo sa. Ho chiesto al mio procuratore, Claudio Vigorelli, di informarmi solo se e quando c’è qualcosa di concreto. Ora devo concentrarmi sull’Aston Villa».

IPOTESI LAZIO – «Non so nulla. Ma comunque voglio essere onesto: per ciò che ha rappresentato la Roma per me e anche per rispetto dei tifosi della Lazio, sarebbe una situazione improponibile».

SE GLI PESA L’ETICHETTA DI BAD BOY – «Mah, no, sono ancora molto giovane. E ho già vissuto due infortuni gravissimi che non tanti colleghi, per loro fortuna, hanno mai affrontato in un’intera carriera».