Stankovic: «Stramaccioni? Ci capiamo al volo. Vidic come Braveheart e Ranocchia...» - Calcio News 24
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2014

Stankovic: «Stramaccioni? Ci capiamo al volo. Vidic come Braveheart e Ranocchia…»

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Le parole del viceallenatore dell’Udinese tra retroscena e progetti.

UDINESE INTER STANKOVIC – Pensava potesse essergli utile per qualche giocatore, invece ne è diventato l’assistente: parliamo di Dejan Stankovic, che ha raggiunto Andrea Stramaccioni all’Udinese e inaugurato un nuovo capitolo della sua carriera nel mondo del calcio. «Ero in vacanza, avevo lasciato a casa il telefono. Lo recupero, c’è una chiamata senza risposta: Stramaccioni. Avevo letto che stava firmando per l’Udinese: ho capito prima di richiamarlo che non mi telefonava per chiedermi di qualche giocatore. E avevo deciso cosa dirgli già prima di richiamarlo. “Deki, ho in testa un’idea, vorrei lavorare con te: ci stai?”. Ci stavo, perché in quel preciso istante ho risentito le farfalle dentro lo stomaco: una sensazione che mi mancava da Inter-Chievo, quando ero tornato a giocare una partita vera dopo quasi un anno fuori per colpa del tendine. Gli ho detto solo: “Lasciami una sera per parlare con la mia famiglia, ma al novanta per cento è sì”», ha raccontato l’ex centrocampista dell’Inter ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.

LE MOTIVAZIONI – Stankovic ha spiegato poi i motivi che lo hanno spinto a dire sì a Stramaccioni e a sposare, dunque, il progetto friulano: «Questa esperienza è un tesoro e posso farla con un tecnico bravo con cui mi capivo al volo anche quando mi allenava e in un club che, vissuto da dentro, è ancora più organizzato di quanto si vede da fuori. Non ne potevo più di stare fermo: mi ero già fermato abbastanza anche quando ero ancora un giocatore, purtroppo. E perché sentivo di dover dare a qualcuno, una volta fuori da un campo di calcio, qualcosa dei miei vent’anni di calcio passati dentro un campo».

RICONOSCENZA – Inevitabile il riferimento all’Inter, che ha voluto ringraziare, nonostante sia sfumata la possibilità di restare in altre vesti, ma anche al retroscena sulla proposta della Serbia: «Io all’Inter dico solo grazie e quando uscirà il calendario la prima data che guarderò sarà quella di Inter-Udinese: è sempre bello tornare a casa e San Siro è stato casa mia. Grazie ai tifosi, agli ex compagni, al presidente, che per me è Moratti perché non ne ho avuto un altro: grazie per aver potuto riempire di sudore quella maglia, entrando nella storia portandola addosso. Non mi sentirete mai dire parole che possano scatenare casini: io ero pronto, ma quando c’è un cambio di proprietà serve anche tempo per inquadrare bene la situazione. In federazione sarei potuto entrare come vice di Mihajlovic, se Sinisa fosse rimasto l’allenatore della nazionale. Da dirigente no: se oggi il nome Dejan Stankovic significa qualcosa è perché me lo sono guadagnato sul campo e non avrei voluto un ruolo che fosse conseguenza solo di quel nome. Volevo usare quel nome con la stessa umiltà che ci ho messo per farmelo. Volevo fare esperienza, ricominciare».

GLI AMICI – Stankovic ha poi provato a presentare Nemanja Vidic, evidenziando le qualità dell’uomo oltre che quelle professionali, ma ha anche “battezzato” Andrea Ranocchia quale nuovo capitano dell’Inter. E il mercato? Sulle voci riguardanti l’interesse nerazzurro per Pereyra ha, invece, glissato: «Mi ha chiesto mille cose: dell’Italia, del calcio italiano, dell’Inter, della Pinetina, dei compagni. Per due anni è stato il miglior difensore del mondo, tuttora è fra i migliori: non c’è molto da aggiungere. Quello che scoprirete è l’uomo che ho conosciuto in dieci anni di Nazionale insieme: una persona seria, un grande professionista, un leader. Cosa gli ho detto? “Nema, in Italia c’è grande attenzione all’organizzazione, alla tattica. Per anni hai affrontato attaccanti fortissimi uno contro uno, con autostrade dietro di te: qui giocherai con la sigaretta in bocca”. Difesa a tre? Imparerà in fretta perché è intelligente ed esperto, sa leggere il gioco in anticipo e prende posizione prima dell’attaccante. Cosa abbiamo di simile? Lui è molto più freddo di me, ma direi il coraggio. Ha presente Braveheart? Ecco, non sa quante volte gli ho detto “Nema, pensa alla salute”, quante volte si è spaccato il naso o aperto la fronte perché si butta sempre e comunque, senza pensarci. Ranocchia capitano? E’ giusto così: l’altro giorno l’ho sentito e gliel’ho detto. Però Vidic gli potrà dare una bella mano: anche a tenere bene quella fascia sul braccio. Pereyra? Io di mercato non mi occupo: però oggi l’ho visto in campo, si allena ancora con noi…».