Benevento, Vigorito: «Ci sono stati errori, io per primo»
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Benevento, Vigorito: «Ci sono stati errori, io per primo»

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Le parole del presidente del Benevento, Oreste Vigorito: «So che il calcio è della gente, ma il saldo negativo lo pagano i presidenti»

Il presidente del BeneventoOreste Vigorito ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport sulla difficile stagione dei sanniti, che rischia di finire con la retrocessione dalla Serie B. Di seguito le sue parole.

ERRORI – «Ci sono stati errori. Io per primo ne ho fatti tanti. Quello più grande è non essere stato risoluto nel resettare il progetto e renderlo più sostenibile e congruo alle possibilità e all’interesse della città. Dopo quella gara all’Arena Garibaldi si era chiuso un ciclo, eravamo partiti per fare un grosso rinnovamento, ma non siamo riusciti a vendere calciatori che pesavano sull’organico e sul bilancio per liberare spazi e risorse. E abbiamo fatto acquisti che non hanno sempre funzionato, come i veterani. Purtroppo il mix non ha funzionato e ciò ha generato l’attuale situazione. Aggravata dagli infortuni perché dieci/undici al mese non sono tollerabili. Avrei voluto cambiare tutto dopo aver perso la A in modo rocambolesco, ma non ci sono riuscito. È la colpa che mi attribuisco, altre non riesco a trovarne. Ho provato a dialogare con il popolo giallorosso fin da primo giorno e spero di poterlo fare ancora, ma se su ottomila abbonati la metà non viene allo stadio faccio fatica a comprenderne le ragioni. So che il calcio è della gente e senza la gente manca una componente fondamentale, ma il saldo negativo lo pagano i presidenti e le norme attuali non aiutano l’equilibrio dei club».

ALLENATORI – «Cannavaro aveva portato freschezza, ma l’effetto non è durato. Certo, l’ho visto lavorare con passione, ma dopo la fiammata iniziale ci eravamo spenti anche con lui. Poi è andato via il direttore sportivo, un particolare non irrilevante. Non c’era più condivisione nella soluzione dei problemi emersi. Stellone mi è sembrato l’uomo giusto per generare risorse umane e ambiente, ci sta provando con tenacia. E non molla, come me. Ha un’etica non comune e coi giovani sta facendo bene. Ma non ci si salva da soli. Salvezza? Non voglio neanche pensare all’eventualità di retrocedere, non corrisponde al vero la voce che io voglia riportare il Benevento dove l’ho trovato per lasciarlo. Però sono concentrato sul presente e se dovessi restare nel calcio, l’esperienza inciderà. In 17 anni ho comprato 180 calciatori e ho speso una fortuna, ma ho potuto realizzare i miei sogni. Il futuro dovrà essere sostenibile, dobbiamo essere una sana società di provincia con grandi ambizioni e i piedi saldamente piantati nella realtà. Strutture adeguate e giovani da valorizzare. Ne abbiamo tanti. Carfora non è il solo».