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Champions League

Come gioca il Lione, prossimo avversario della Juve

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Venerdì sera la Juve affronterà il Lione nel cruciale ritorno degli ottavi di Champions League: ecco come gioca la squadra francese

Ai microfoni post Juve-Roma, Sarri ha ammesso di essere rimasto sorpreso dalla forma fisica del Lione, che in finale di Coppa di Lega gli è parso in buona salute fisica. Non sembrava una squadra alla prima partita dopo parecchi mesi. In effetti, la prestazione dei transalpini contro il PSG è stata ottima. Oltre all’intensità mostrata, preoccupa il fatto che posseggano caratteristiche che la Juve di Sarri soffre parecchio: ossia, la capacità di blindare la trequarti con un 5-3-2 molto accorto e l’abilità nell’allargare velocemente il gioco sugli esterni. Non una buona notizia per i bianconeri, che per tutta la stagione hanno faticato molto nel difendere l’ampiezza.

Difensivamente, è stata a due facce la prova del Lione contro il PSG. Quando si sono schiacciati dietro, i rossoblu hanno tendenzialmente coperto bene gli spazi. Al contrario, quando si è alzata l’altezza della pressione, “Les Gones” hanno palesato diversi problemi. Non sempre la squadra accompagnava bene il pressing di Depay e Dembélé, col risultato che si formavano parecchi buchi in mezzo. Sono stati davvero tanti i varchi centrali concessi al PSG, che ha diverse volte trovato l’uomo libero tra le linee.

Ciò si verificava soprattutto nelle transizioni: le mezzali (Aouar e Cacqueret) accompagnavano l’azione offensiva e ricoprivano una posizione in media piuttosto avanzata. Di conseguenza, Bruno Guimaraes (il giovanissimo mediano che aveva incantato nel match di andata contro la Juve) era spesso in inferiorità numerica e costretto a difendere in campo aperto. Il brasiliano ha dovuto tenere il centrocampo quasi da solo a volte, visto che i compagni di reparto erano lontani.

Le ripartenze dei parigini hanno quindi generato parecchi pericoli, con l’OL che spesso era spaccato in due quando perdeva palla. Considerando però che c’è da difendere un vantaggio, difficilmente il Lione a Torino si farà trovare lungo e fragile nelle transizioni difensive.

Dopo aver perso un pallone nei pressi dell’area rivale, il Lione si fa trovare lunghissimo nella ripartenza del PSG. Come si vede, Aouar e Cacqueret (le due mezzali) occupano una posizione molto alta. Considerando che i 3 difensori non accorciavano molto, c’era costantemente tanto spazio in mezzo quando il PSG ripartiva.

In fase di possesso, l’OL ha effettuato una prestazione piuttosto incoraggiante. Sfruttando la grande verticalità di Depay e l’efficacia in spazi larghi, quella francese è una squadra che quando recupera palla dà la sensazione di poter arrivare in porta velocemente. Gli attaccanti sono già pronti ad aggredire la profondità, sfruttando la propria velocità sul lungo. Il Lione non disdegna la verticalizzazione quasi istantanea per le punte una volta tornati in controllo del pallone: si tratta d’altronde di una squadra piuttosto diretta.

C’è quindi bisogno di marcature preventive efficaci sugli attaccanti rossoblu, per limitare la loro pericolosità in queste situazioni. Senza dimenticare la grande sensibilità tecnica di Aouar nel farsi trovare tra le linee.

Una situazione in cui si verticalizza per gli attaccanti. In questa slide, Cornet (il quinto di sinistra) stringe la propria posizione e accompagna le punte, con il Lione che può quindi lanciare subito il pallone in avanti.

Sarebbe però ingeneroso spacciare l’OL come una squadra che si limita a verticalizzare per le punte non appena ne ha l’occasione. Contro il PSG, i francesi hanno allargato bene e con costanza il gioco, con buone parte della manovra offensiva che è passata sui quinti (Dubois e Cornet). I cambi di campo hanno trovato con continuità gli esterni alti, che sono potuti andare diverse volte sul fondo. Cornet in particolare ha punto molto sul lato mancino, con i compagni che sono stati molto bravi a generargli spazi da aggredire. L’ivoriano ha totalizzato 2 dribbling e 3 passaggi chiave, generando parecchi pericoli a sinistra.

La Juve dovrà essere corta in fase di non possesso, bloccando i tentativi del Lione di allargare il gioco. I bianconeri hanno infatti l’atavico difetto di coprire male la palla, un qualcosa che porta a enormi scompensi quando poi l’avversario effettua cambi di gioco, visto che c’è sempre tanto spazio sul lato debole (uno degli scompensi della difesa a zona). Contro i francesi bisognerà invece scivolare bene in fascia.

Aouar si defila e serve bene Cornet che aggredisce lo spazio alle spalle di Kurzawa. Il Lione è molto bravo a servire i quinti in profondità.

Inoltre, il Lione ha riempito molto bene l’area avversaria. Come scritto sopra, i quinti erano molto alti a dare ampiezza sulla stessa linea degli attaccanti (e quello sul lato debole va solitamente ad attaccare il secondo palo). In queste situazioni, sono determinanti le mezzali, poiché accompagnano con puntualità ed efficacia le punte. Aouar e Cacqueret si buttano spesso in mezzo, compensando i movimenti di Depay.

Se infatti Dembélé è più statico al centro dell’attacco, al contrario l’olandese svaria molto anche in orizzontale, allontanandosi spesso dal centro dell’area. Di conseguenza, per evitare di isolare troppo Dembélé, le mezzali riempiono l’area di rigore e danno presenza offensiva. Va da sé che, come mostrato sopra, queste sortite offensive degli interni espongono i rossoblu a ripartenze rischiose quando poi l’avversario recupera palla, con il centrocampo abbastanza sguarnito.

Un esempio nella slide sopra, con Depay che lancia Dubois in profondità e Aouar riempire l’area vicino a Dembélé. Sul cross da destra, Aouar sfiora il gol.

Per quanto non sia una squadra particolarmente sofisticata o dotata di grande qualità tecnica, il Lione ha esattamente le caratteristiche che questa Juve soffre. L’ottima condizione fisica mostrata contro il PSG ha probabilmente inquietato Sarri, che oltretutto non avrà a disposizione Douglas Costa e proverà a recuperare Dybala. Tra assenze e una condizione tutt’altro che eccezionale, non sarà semplice per la Juve riuscire a rimontare l’OL.