Empoli Bologna, Corsi: «Nicola, Motta, Sartori: vi racconto tutto»
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Empoli Bologna, Corsi: «Nicola, Motta, Sartori: vi racconto tutto»

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Fabrizio Corsi

Le parole di Fabrizio Corsi, presidente dell’Empoli, in vista della sfida contro il Bologna di venerdì sera

Alla vigilia di Empoli-Bologna, gara che inaugura la giornata numero 29, il presidente dei toscani Fabrizio Corsi ha parlato con il Corriere dello Sport.

NICOLA – «Lo conoscevamo per aver pagato direttamente la sua bravura, avevamo undici punti di vantaggio sul suo Crotone, alla fine i calabresi si salvarono e noi andammo giù. Gliel’ho ricordato e sai come mi ha risposto? Che ci siamo suicidati noi e non che si è salvato lui».

PERCHÉ NON É ARRIVATO SUBITO – «Per la venerazione che abbiamo nei confronti di Andreazzoli, che ci ha regalato soddisfazioni importanti e ha completato anche lo sviluppo e la crescita di tanti nostri calciatori. Poi purtroppo è successo che i risultati della squadra non convivevano con le nostre prestazioni. Ci siamo trovati di fronte a un bivio: o continuare a giocare bene, rischiando di andare giù, o cambiare».

BOLOGNA DA CHAMPIONS – «Già aveva chiuso bene il campionato passato, a ciò aggiungi una proprietà importante, un direttore straordinario come Giovanni Sartori e un grande allenatore innovativo che sa migliorare tutti i calciatori che gli dai come Thiago Motta e abbiamo detto tutto. Che nel calcio non succede mai niente per caso, le vittorie e le sconfitte hanno sempre un perché. Nonostante che qualche scemo tra i miei colleghi vada a raccontare in giro delle fandonie, vale ancora il merito sportivo. Per quanto riguarda l’Empoli abbiamo fatto sempre molto di più di quello che potevamo fare, per quanto riguarda il Bologna ciò che facendo è figlio del grande lavoro della società, dei direttori e dell’allenatore».

SARTORI – «L’ho conosciuto nel 1995, veniva sempre a Empoli a vedere Birindelli. Lo seguì a lungo per il Chievo, poi un giorno mi chiamò e mi disse: “Birindelli non è più per il Chievo, è da grande squadra”. A fine campionato lo cedemmo alla Juve. Gli aveva fatto fare la fotografia giusta. E a distanza di tanti anni è ancora una grandissimo “fotografo”, fatemelo definire in questo modo, nessuno come lui sa scegliere i calciatori. É vero che dopo aver contribuito a far grande l’Atalanta ora sta contribuendo con Thiago Motta a fare grande il Bologna ma le imprese le ha fatte al Chievo, quello è stato un autentico miracolo di provincia».