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La lezione di Ferguson a CR7: «Picchiate duro… gli servirà per crescere»

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sir alex ferguson

L’ex preparatore dei portieri del Manchester United, Tony Coton, racconta un curioso aneddoto legato al rapporto tra CR7 e Ferguson

Se sulla stima e sull’amorevole rapporto quasi “paternalistico” tra Sir Alex FergusonCristiano Ronaldo sono stati scritti libri, per usare un eufemismo, meno si sapeva sul metodo da “maestro bacchettatore” usato dallo scozzese nei confronti del 5 volte vincitore del pallone d’oro. A rivelare un curioso aneddoto relativo a questa relazione, è stato Tony Coton, ex preparatore dei portieri del Manchester United, alla testata inglese del Daily Mail. Stando alle sue confessioni, dopo pochi allenamenti, l’ex manager avrebbe intuito subito uno dei peggiori difetti del giovane, da correggere prima che diventasse troppo tardi: e cioè quel suo atteggiamento troppo molle che lo portava a cadere un po’ troppo facilmente dopo un contrasto. E proprio a questo proposito, Coton ammette: «Ferguson non sopportava la tendenza di Ronaldo a cadere per terra ogni volta che perdeva un tackle. […] Cadeva per terra come una bambola di pezza. Era un po’ mollaccione… e allora Ferguson ordinò: picchiare duro con lui».

Questa era, dunque, la soluzione. E per farlo, indusse i membri del suo staff a incoraggiare i contrasti durante gli allenamenti o, quanto meno, a non intervenire con una severa punizione quelli da lui subiti, in modo da temprarlo: «Non era per niente un gioco, non si facevano prigionieri. Tanto che Ronaldo spesso non si rendeva conto di quale compagno lo avesse colpito. Quando non gli veniva fischiato il fallo, alzava le braccia al cielo e imprecava in portoghese. Era un amore difficile, ma pian piano il messaggio cominciò ad insinuarsi nella mente di Cristiano». In particolare, il messaggio di “picchiare duro” era rivolto ai due mastini Roy Keane Rio Ferdinand, non proprio due amanti del gioco pulito; ma, quel che è certo, è che se la stella del Real Madrid ha avuto la crescita esponenziale che l’ha portato a essere incoronato miglior giocatore del mondo, una gran parte del merito va anche a quell’ordine così rigido.