Girone A Euro 2020 - Italia favorita ma occhio alle mine vaganti
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Euro 2020 Girone A – Italia favorita ma occhio alle mine vaganti

L’Italia di Mancini parte con i favori del pronostico ma le altre squadre del Girone A sono storicamente abituate a stupire

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L’Italia di Mancini parte con i favori del pronostico ma le altre squadre del Girone A Euro 2020 sono storicamente abituate a stupire

C’è un filo sottile che divide la gloria dal fallimento, quello su cui, in un modo o nell’altro, deciderà il girone A di Euro 2020. Un gruppo, di scena tra Roma e Baku, che può sembrar pendere dal lato dell’Italia di Roberto Mancini, ma in maniera non così netta come riscontrabile in altri raggruppamenti. Turchia, Svizzera e Galles hanno toccato i picchi delle loro storie sportive recenti, attestandosi come movimenti tutt’altro che sottovalutabili. Vere e proprie mine vaganti da non sottovalutare.

ITALIA – Se l’Italia parte favorita, le insidie rimangono dietro l’angolo. Il giocare in casa le partite del girone può essere una spinta notevole, soprattutto dopo un anno e mezzo di chiusura totale causa pandemia, ma l’effetto boomerang di un pubblico ancora ferito dal mancato Mondiale può quasi diventare un ostacolo. Sebbene il ruolino di Mancini da ct sia pressoché immacolato: due sconfitte, di cui una in amichevole contro la Francia e una in Nations League contro il Portogallo, seguite da una striscia di risultati utili consecutivi che perdura dal 14 ottobre 2018. Nemmeno un 2019 impeccabile, un 2020 che ci porta alla fase finale di Nations League e l’ultimo record di 8 partite consecutive vinte con la porta inviolata (battuto Pozzo) sono bastati per evitarci il classico “toto-convocati” pre-Europeo. Alla fine si punta su un blocco che, per tutto quello che abbiamo detto finora, si è rivelato maturo e affidabile. Più forte in prospettiva rispetto a quello sconfitto solo ai rigori dalla Germania 5 anni fa; più vivo e coeso di quello disastroso affogato nella depressione di San Siro contro la Svezia. Il messaggio della FIGC è arrivato chiaro con il rinnovo di Mancini fino al 2026, prima ancora di giocare il torneo. Si costruisce e si lancia un progetto di cui Euro 2020 è solo lo step iniziale.

TURCHIA – La compagine opposta agli Azzurri nella prima gara dell’Europeo. Una squadra che, dopo i tonfi delle ultime rassegne internazionali, sembra aver ritrovato un po’ di linfa vitale dalle nuove generazioni. Demiral è il perno della retroguardia che ha subito meno gol di tutte le squadre impegnate nelle Euro Qualifiers, una di quelle compagini che fanno della solidità e delle ripartenze i veri mantra. Questa la ricetta che il commissario tecnico Senol Gunes ha messo a punto per stordire e stendere la Francia campione del mondo in carica in entrambe le sfide giocate nel girone di qualificazione (un pareggio e la clamorosa vittoria 2-0 datata giugno 2019). E poi, occhio ai singoli: Burak Yilmaz è il leader carismatico della squadra ed è il classico spauracchio d’area di rigore; Cengiz Under ha raccolto appena 9 presenze in Premier con il Leicester ma rimane un giocatore di qualità e in grado di pescare la giocata decisiva, soprattutto se schierato a partita in corso, al pari del talento di casa Lille Yazici; Hakan Çalhanoğlu è un volto noto del nostro campionato, arma in più su palla inattiva.

SVIZZERA – Storicamente non si schierano mai da nessuna parte, tranne che nel calcio. Qui la Svizzera è una costante spina nel fianco nonostante non eccella in praticamente nessuno dei reparti del campo. Tanti mestieranti che, da 7 anni a questa parte, sono mescolati insieme da quell’alchimista perfetto che si è dimostrato essere Vladimir Petkovic. Una delle gestioni più lunghe tra quelle dei commissari tecnici che siedono in panchina in questa competizione, un progetto che passa anche dalla certezza che, cascasse il mondo, la Svizzera si farà trovare organizzata e preparata in campo. Gli unici sprazzi di fantasia sono concessi a Xherdan Shaquiri, jolly in uno scacchiere camaleontico che vede tanti pedoni pronti a sacrificarsi l’uno per l’altro: Xhaka (possibile futuro romanista per Mourinho) può ricoprire più ruoli a centrocampo, ancora più dinamici sono l’atalantino Freuler e Zakaria, mediano classe ’96 del Mönchengladbach di cui si dice un gran bene in patria. Che sia poi la conferma ad alto livello di Seferovic, dopo la bella stagione a Benfica (22 gol in campionato)? Intanto il primo posto nel girone di qualificazione ad Euro 2020 la nazionale elvetica se l’è garantito seguendo proprio questo percorso, e ad inseguire c’era l’inizialmente la più quotata Danimarca di Christian Eriksen. La cartina di tornasole potrebbe essere, però, quell’incredibile rimonta contro il Belgio in Nations League, che ha sorpreso tutti meno quelli che non sottovalutano mai l’incredibile normalità della squadra crociata.

GALLES – Non è più il Galles di 5 anni fa quello che chiude la griglia di partenza del Girone A Euro 2020. Oltre alle classiche pressioni che seguono i risultati ottenuti in una grande rassegna come quella francese (culminata con una storica semifinale) ci si mettono anche le condizioni non favorevoli in cui la selezione gallese si presenta. In primis l’extra campo, con le vicissitudini che hanno portato alla carcerazione (per violenza domestica) e il successivo licenziamento del precedente ct Ryan Giggs. In secondo luogo, il neo arrivato Robert Page ha dovuto far fronte ad un evidente rimpasto della formazione tipo che fece le fortune del Galles durante lo scorso torneo. La Nazionale non ha avuto un vero innesto di qualità, bensì ha perso uno dei fautori della campagna (Robson Kanu) e ha ereditato alcuni elementi non al top della condizione da qualche anno (leggasi Aaron Ramsey). È vero c’è Gareth Bale che, pur in calando, rimane un giocatore di livello mondiale. Ma la Nazionale non si è dimostrata troppo solida nemmeno nelle ultime uscite (una vittoria contro la Repubblica Ceca nelle qualificazioni per Qatar 2022 ottenuta in extremis, prima ancora una sconfitta contro il Belgio), cambiando spesso assetto tattico e tentando un approccio tattico un po’ più chiuso e poco mobile. L’esatto opposto di quello adottato in Francia nel 2016.