Gomez risponde a Gasperini: «C'erano 50 testimoni, perchè dici bugie?»
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Gomez risponde a Gasperini: «C’erano 50 testimoni, perchè dici bugie?»

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Nuova puntata della querelle tra il Papu Gomez e Gian Piero Gasperini: le parole dell’ex calciatore dell’Atalanta

Nuova puntata della querelle tra il Papu Gomez e Gian Piero Gasperini. Questa la contro-risposta dell’argentino sull’Eco di Bergamo alle parole del suo ex allenatore.

GASPERINI – «Non capisco perché Gasperini si ostini a dire bugie: ci sono 50 testimoni della sua aggressione. Io ho detto di avere sbagliato disobbedendo sul campo, non so perché lui non riesca ad ammettere la verità. Il discorso non è chiuso perché sento tanta tristezza: si può litigare, ma il modo in cui mi sono lasciato con l’Atalanta fa male. Perché con i Percassi c’è sempre stato un rapporto speciale: la mia famiglia è tornata a Bergamo in questi giorni e i miei figli sono stati con le famiglie Percassi e Radici».

PERCASSI – «Il rapporto non si è mai rotto: è sempre stato spettacolare. Il giorno che sono partito per Siviglia, sono stato un’ora negli uffici dei Percassi, con Antonio e Luca: abbiamo parlato, ci siamo abbracciati e abbiamo pianto insieme. Non riuscivamo a credere a come era andata. Gasperini quel giorno non c’era: c’è stata una discussione, non mancanza di rispetto. Ai Percassi dico grazie per gli anni vissuti insieme: certe cose possono succedere. Non riesco solo a capire come in venti giorni sia stato fatto fuori. Avevo chiesto di cedermi e non mi lasciavano andare: non potevo continuare a lavorare con questa persona. Pensavo di continuo all’aggressione e non riuscivo a guardarla in faccia. Erano successe situazioni simili, anche ad altri compagni, ma a nessuno erano state messe le mani addosso».

SPOGLIATOIO – «Dai compagni non mi aspettavo di più, li capisco. Ho ricevuto tanti messaggi, venivano da me e mi dicevano: ‘Non possiamo fare niente, se succede questo a te che sei il capitano, cosa succederebbe a noi?’. Così si vive con la paura».

ROTTURA – «Antonio e Luca Percassi vennero subito a casa mia e dissi loro che avrei chiesto scusa a tutti, come ho fatto: aspettavo che l’allenatore facesse altrettanto. Ma non avrei mai detto alla società ‘o io o Gasperini’, perché so la sua importanza, per me è il top in Italia. Ma se non hai il coraggio di chiedere scusa, non si può continuare. Ringrazio Gasperini per avermi migliorato, ma una cosa così è inaccettabile: forse c’è un motivo se viene fischiato in molti stadi».