Gravina: «Var? Ex arbitri al lavoro per renderla più sicura»
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Gravina: «Var? L’Aia è al lavoro per renderla più sicura»

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Gravina, presidente della Figc:« Var più sicura? Un pool di esperti al controllo video»

Il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio, Gabriele Gravina intervistato da Rete Sport ha lasciato alcune dichiarazioni. Il presidente della Figc ha parlato della tanto discussa Var e spiega che la soluzione ideale sarebbe avere un gruppo di esperti- composto da ex arbitri- per migliorane l’utlizzo, ecco le parole di Gravina: «L‘Aia sta lavorando su questa ipotesi. Ho apprezzato moltissimo l’onestà intellettuale da parte dell’Aia e soprattutto degli arbitri  perché quando ci sono stati errori è stato riconosciuto. Per limitare gli errori al minimo siamo sulla buona strada ma si può migliorare. So che l’Aia sta lavorando e ipotizza la creazione di un pool di esperti e ex arbitri al controllo video per sfruttare al meglio questo strumento tecnologico».

 Il presidente racconta poi che nel futuro della Federazione vedrebbe bene due grandi figure del calcio italiano come Totti e Buffon: «Sono due grandi icone non solo del calcio italiano, ma mondiale. Ad ogni evento raccolgono la simpatia e il consenso di tutti. Sono ambasciatori del calcio mondiale, quindi  magari averli in Federazione». Gravina prosegue l’intervista spiegando il suo pensiero in merito agli stadi italiani e all’importanza delle infrastrutture per rilanciare il calcio italiano: «Noi abbiamo bisogno di strutture moderne e soprattutto accoglienti, lo stadio è il luogo dove le famiglie devo incontrarsi e socializzare. Per noi questo è fondamentale. Per poter mettere a reddito anche queste strutture, è normale che il titolo di proprietà diventi praticamente fondamentale, perché dà la possibilità ai club di vivere ora per ora, un luogo che diventa iil punto di riferimento oltre che un grande elemento di produzione di ricavi e i club necessitano anche di questo».

 Il numero uno del Figc ricorda poi un giovane De Rossi, conosciuto quando era a capo della delegazione Under21 azzurra nel 2004 : «Daniele è stato con me in Germania 2004 ed è stato uno degli atleti di riferimento nell’Olimpiade di Atene 2004. Era molto riservato, soprattutto perché era agli inizi. Io lo chiamavo ‘trottolino’ perché aveva questa capacità di non fermarsi mai cosa che ha dimostrato anche in campo grazie ad eccellenti qualità tecniche. Se dovessi descriverlo userei solo la parola fedeltà». Gravina prosegue spiegando che per lanciare nuovi talenti è fondamentale puntare sui giovani: «La Federazione ha dato ampio mandato a Mancini, così come agli altri allenatori delle Nazionali. Non si può continuare solo con l’idea di dover centrare a tutti i costi un risultato importante. I risultati sono importanti per far riscoprire un senso d’appartenenza e d’orgoglio verso la nostra nazione, ma non è solo il risultato finale ad essere importante ma anche il come quel risultato può essere centrato. Ci sono tanti giovani poco utilizzati nei club e oggi grazie a Mancini e grazie soprattutto alle loro prestazioni in Nazionale stanno trovando più spazio nelle rispettive società, così come Zaniolo ad esempio».

Gravina conclude poi parlando del suo ruolo in Figc e dei provvedimenti e delle decisioni prese per la crescita del calcio italiano: «Oggi abbiamo riscoperto il senso di una governance che ci ha dato fiducia. Abbiamo avviato un processo di riforma del calcio italiano, ae ci siamo concentrati su quelle criticità che soprattutto nel periodo estivo hanno creato problemi nel mondo federale. Il 18 dicembre il consiglio federale, l’ultimo di quest’anno, approverà con 6 mesi d’anticipo le nuove norme per le licenze d’iscrizione ai campionati. Vogliamo essere una federazione dinamica, una federazione che vuole incidere con una nuova rivoluzione culturale».