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Il nuovo corso di Andrea Pirlo: i numeri rispetto alle scorse annate

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Ormai anche i tifosi bianconeri più sfegatati stanno cominciando ad alzare bandiera bianca: il vantaggio accumulato dall’Inter si fa sempre più pesante e, in effetti, pure le quote delle scommesse calcio sulla Serie A indicano notevolmente la tendenza dei bookmakers a considerare la compagine guidata in panchina da parte di Antonio Conte come la favoritissima per vincere questo tricolore.

Il dominio della Juventus, di conseguenza, si potrebbe interrompere dopo ben nove anni di successi consecutivi. E a finire sul banco degli imputati sarebbe, come al solito, l’allenatore, ovvero Andrea Pirlo. Quello che in tanti si domandando è: considerando gli infortuni patiti quest’anno e il nuovo corso rinnovato in questa stagione, con un’ossatura differente e tanti giovani in più, è giusto scegliere di proseguire o meno con l’ex centrocampista della Nazionale in panchina? Per poter capire qualcosa in più, è molto interessante andare a spulciare le statistiche fatte registrare dagli allenatori precedenti.

Con Conte difesa d’acciaio e rilancio bianconero in Italia e non solo

Come si può notare sull’articolo pubblicato sul blog sportivo L’insider, correva l’anno 2013/2014 e la Juventus, guidata in panchina da parte di Antonio Conte, ha messo in evidenza una difesa veramente di ferro. Basti pensare come, in quell’annata particolarmente positiva, è arrivato il primo posto sia in termini di reti segnati che dal punto di vista dei punti messi a referto in tutto il campionato.

Sì, perché quella Juve è stata in grado di segnare qualcosa come 59 reti dopo sole 24 giornate. Alla fine della stagione, poi, è arrivato anche il record di punti mai realizzato da una squadra in una sola stagione, ovvero 102, superando la soglia dei 100 punti che nessuno aveva mai “osato” oltrepassare. A livello europeo, invece, Conte ha ottenuto poco o nulla, con la sconfitta ai quarti di finale contro il Bayern e una semifinale di Europa League, persa per mano del Benfica, che lasciano un po’ di amaro in bocca, anche se effettivamente bisogna sottolineare come si trattava di una Juventus che stava tornando grande, ancora però incompleta.

I record di Max Allegri

È vero, l’ex allenatore di Milan e Cagliari è arrivato in un momento particolare della storia della Juventus. Un periodo in cui si stava cominciando ad affermare il dominio anche a livello economico che ha caratterizzato questi ultimi nove anni in Serie A, ma avendo contro praticamente tutti i tifosi e buona parte degli opinionisti.

Gli investimenti sono stati impressionanti, ma ad Allegri va dato senz’altro merito di aver guidato una compagine di veri e propri fenomeni. L’obiettivo, in fondo, è sempre stato quello di tornare nuovamente ad alzare al cielo la Coppa dalle grandi orecchie. Non ci è riuscito, è vero, ma ci è andato davvero a un tiro di schioppo: correva l’anno 2015 quando la Juve ha perso in finale contro il Barcellona guidato dal trio Neymar-Messi-Suarez

Nonostante quella fosse la Juventus forse meno forte, sotto un profilo prettamente economico in termini di valore di mercato della rosa. Tra campionato, Super Coppa e Coppa Italia, la Juve ha fatto incetta di trofei in Italia, mentre in Champions si è fermata ai quarti o in finale, con il Real Madrid sempre come bestia nera.

Sarri e il bel gioco che non è arrivato

La stagione 2019-2020 avrebbe dovuto riservare un cambiamento epocale per la squadra bianconera. Infatti, con l’avvicendamento in panchina tra Max Allegri e Maurizio Sarri, l’arrivo dell’ex tecnico del Napoli avrebbe dovuto portare in dote finalmente un’espressione di gioco divertente e spettacolare. L’obiettivo era quello di puntare finalmente alla Champions League: la vittoria dello scudetto, però, non è servita a colmare la lacuna data dall’uscita agli ottavi di finale contro il Lione.