Serie A

Matri e la sentenza sulla Serie A: «Ecco chi vincerà lo scudetto. Vi svelo tutta la verità su Conte e Allegri e perché una squadra parte nettamente davanti a tutte le altre»

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Le parole di Alessandro Matri su Allegri e Conte, prossimi protagonisti nella corsa Scudetto nella prossima stagione di Serie A

Pochi attaccanti in Italia possono dire di conoscere a fondo i due allenatori che più hanno segnato l’ultimo quindicennio del nostro calcio: Massimiliano Allegri e Antonio Conte. Alessandro Matri è uno di questi. È stato un uomo-chiave per entrambi, un centravanti che ha vissuto sulla sua pelle le filosofie, i metodi e le personalità di due tecnici tanto vincenti quanto diversi tra loro, diventando il testimone perfetto di due epoche calcistiche.

Con Massimiliano Allegri ha condiviso un legame quasi paterno, un filo rosso che ha unito le tappe più importanti della sua carriera. Fu Allegri a lanciarlo e valorizzarlo a Cagliari, trasformandolo in un bomber da doppia cifra; fu sempre lui a volerlo fortemente al Milan nel 2013-14 e a gestirlo poi nella sua seconda vita alla Juventus. Un rapporto basato sulla fiducia, sulla stima reciproca e su una profonda comprensione umana e tattica.

Con Antonio Conte, invece, Matri ha vissuto la sua apoteosi realizzativa. Nella stagione 2011-2012, quella del primo, iconico scudetto della Juventus contiana, fu lui il capocannoniere della squadra. Sotto la guida di Conte, ha sperimentato l’intensità, la pressione e la fame di un allenatore capace di estrarre fino all’ultima goccia di potenziale dai suoi giocatori. Oggi, da acuto opinionista, Matri ha raccontato a La Gazzetta dello Sport i segreti, gli aneddoti e le differenze di questi due maestri del calcio italiano.

LA GRIGLIA DI PARTENZA DELLA SERIE A – «Parto dal presupposto che chi vince è perché lo ha meritato. E un successo come quello ottenuto dal Napoli ti fa ripartire con un’autostima e una consapevolezza maggiori degli altri. In più la rosa è stata rinforzata sul mercato. Per tutto questo li metto come favoriti allo scudetto bis. All’Inter, quasi sicuramente senza Calhanoglu e con un allenatore diverso, servirà tempo».

NAPOLI E LA SFIDA CHAMPIONS – «Oltre a lavorare sulla fisicità, Conte trasmette la sua incredibile mentalità vincente. Con una rosa più ampia vorrà certamente fare la sua figura anche in Champions. L’Europa alza il livello di competitività, offrirà spazio per tutti. Pensare che confrontarsi con i migliori del continente sia uno svantaggio è folle».

IL MILAN E LA SETTIMANA TIPO – «Non penso proprio che Max ami la settimana vuota… Fosse per lui giocherebbe tutte le partite. E poi, ripeto, la Champions alza il livello mentale, aspetto a cui lui tiene moltissimo. C’è un vantaggio fisico indiscutibile, ma chiedete anche ai giocatori: non possono essere felici di non giocare le coppe».

LA SCALATA DEL MILAN – «La scalata del Milan è senza dubbio più difficile. La base che Conte ha trovato a Napoli era quella dello scudetto di Spalletti, lui li ha fatti risentire forti. Nella costruzione della mentalità vincente è fenomenale. Del Milan dello scudetto 2022 sono rimasti solo Leao e Maignan, per il resto sono una squadra in costruzione e profondamente rinnovata».

L’OBIETTIVO REALE DEL MILAN – «Sicuramente il ritorno in Champions. Poi dipenderà anche dal valore dei nuovi acquisti. Theo e Walker erano giocatori di grande spessore. Il reparto difensivo è senza dubbio da rinforzare, anche perché sappiamo quanto Max costruisca i suoi successi puntando proprio sulla solidità del reparto».

LA DIFFERENZA TRA CONTE E ALLEGRI – «Allegri è un maestro nel valorizzare tecnicamente le risorse che ha a disposizione. Riesce a far rendere al meglio i giocatori, secondo le proprie caratteristiche. Il suo obiettivo è mettere ognuno nelle condizioni ideali di esprimersi, in questo è un assoluto specialista. Con Max, se hai qualità, è difficile non “performare”. Conte ha un metodo molto più tattico, una lettura delle partite attenta, uno studio meticoloso dell’avversario. Ogni movimento è ragionato, anche se è più aperto ai cambi di sistema. Ovviamente la mentalità vincente li accomuna».

GLI OBIETTIVI DEL NAPOLI DI CONTE – «Credo che Conte possa ripetersi, la sua squadra è la più forte e quella con più certezze. Antonio riesce sempre a farsi dare qualcosa in più dai suoi giocatori: ottiene la loro disponibilità totale perché a loro volta si fidano del loro allenatore. In più vorrà alzare il livello per quanto riguarda l’Europa. Sono convinto che nella sua testa ci sia l’idea di affermarsi a livello internazionale: è rimasto a Napoli anche per questo. E immagino abbia avuto certezze dalla società sulla possibilità di competere ai vertici in tutte le competizioni».

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